Boia dè!

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In una serata da lupi, il Livorno archivia definitivamente la pratica relativa al primo posto nel girone B dell’Eccellenza toscana.

Piove a dirotto sull’Armando Picchi e piovono gol nella porta del Piombino, avversaria oggettivamente troppo debole anche solo per provare a impensierire l’undici amaranto.

Parlare della partita in se non avrebbe senso, la conquista dei tre punti era già archiviata dopo quarantacinque minuti, quindi analizziamo alcuni altri aspetti degni di nota riguardanti i singoli.

Petronelli: la punta esterna merita una menzione speciale. Corre novanta minuti come un indemoniato, pressando tutta la linea difensiva avversaria ed è sempre propositivo con il pallone fra i piedi. Segna una doppietta ed è un pericolo costante per la retroguardia nerazzurra. Sarà sicuramente una pedina fondamentale nello scacchiere di mister Angelini, a maggior ragione essendo una quota.

Torromino: largo a sinistra è piuttosto prevedibile. La tendenza è quella di spostarsi sul piede forte, il destro, e rientrare. Le difese ormai si adeguano molto facilmente, raddoppiando la marcatura e la sua azione risulta poco efficace. I suoi muscoli, apparentemente granitici, si stanno rivelando di carta velina ed esce ancora una volta per infortunio, dopo essersi fermato a seguito di uno scatto. Speriamo che sia un problema di scarsa entità e che possa recuperare per i play off.

Pecchia: è l’immagine dello strapotere fisico, un gigante in mezzo ai nani. Quando ha metri di campo disponibili, in progressione diventa inarrestabile. Ragazzo su cui puntare ad occhi chiusi.

Giuliani: ha l’occasione per mettersi in mostra come esterno basso di difesa a sinistra, ma la spreca. Piuttosto impreciso ed anche timoroso, avrà spazio in queste ultime partite per rimediare.

Vantaggiato: il Re Mida di questo Livorno. Sarebbe interessante calcolare quanti goal segna in relazione ai palloni toccati. Impressionante.

Luci: una certezza, lunga vita calcistica al nostro Andrea.

Per chiosare, scegliamo nuovamente di parlare del clima allo stadio. Detto delle condizioni atmosferiche degne di una giornata di gennaio, sottolineiamo ancora una volta il ritrovato entusiasmo che si respira in Curva Nord, che tramuta il freddo e la pioggia in energia solare amaranto.

Infatti nonostante le presenze ridotte per ovvi motivi (turno infrasettimanale inconcepibile, pioggia a sassate, vento di tramontana, avversario non proprio blasonato e già retrocesso, Livorno con un piede e mezzo già nei playoff), la curva si produce in una delle sue performance migliori.

A circa venti minuti dalla fine, con la partita ampiamente in ghiaccio, parte un nuovo coro, semplice ma incisivo; ed è una di quelle volte in cui tante voci convergono in un unico boato e il motivo tutto in salsa labronica (con un bel “Boia dé” ripetuto più volte) va avanti fino al novantesimo ed oltre, nella bolgia generale.

Nel gruppo centrale l’età di chi canta e balla sarà intorno ai 16 anni, alla faccia del presunto mancato cambio generazionale.

Negli spareggi dovremo essere il dodicesimo uomo in campo, quindi bene che i vecchietti come noi tirino fuori la voce come in passato, ma finalmente potremo contare anche sull’energia delle forze fresche tanto attese.

Sembra ormai che ci sia una buona base di ragazzi giovani che preferiscono l’amaranto a qualsiasi alternativa a strisce, proprio come 30 anni fa quando ripartimmo e poco tempo dopo diventammo stupendi oltre ogni immaginazione.

La notizia migliore della serata; al di là della categoria il Livorno è di chi lo tifa, il Livorno siamo noi.

Alé Unione!