Va bene lo stesso

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Il miglior Livorno delle ultime 100 partite, pareggia il big match del girone E contro la Pianese e scivola al terzo posto in classifica, per la concomitante vittoria del Follonica sul campo del Cenaia.

Di fronte ad una cornice di pubblico eccezionale (almeno 5000 i presenti sugli spalti del Picchi), i ragazzi di Fossati dominano la gara in lungo e in largo e solo per imprecisione, sfortuna e l’accanimento di un arbitro da barzelletta, non portano a casa una vittoria che sarebbe stata ultra-meritata.

Gli amaranto giocano da squadra vera, pressano alti, sono primi su tutte le seconde palle, mettono in campo un furore agonistico che latitava da tempo immemore e provano fino al minuto 94 a regalare una gioia ai propri tifosi. Inutile scendere nei dettagli di una cronaca che è un monologo amaranto. Il Livorno fa registrare almeno quattro occasioni nitide da rete, oltre al goal, sfumate per un soffio.

La Pianese, fatta eccezione per il tiro che ha fruttato il punto dello 0-1, si è limitata a difendere il fortino, affidandosi sporadicamente ai suoi contropiedisti, ma soprattutto alla fortuna sfacciata, che l’ha salvata in almeno tre occasioni. Non c’è stata partita, gli amaranto avrebbero meritato ampiamente la vittoria.

Inutile recriminare sugli episodi e su un arbitraggio ai limiti dello scandalo. Piuttosto viene da pensare a quale sarebbe stato il campionato del Livorno se avessimo scelto subito Fossati al posto dell’ex allenatore pisano.

Gli amaranto devono archiviare questa partita e pensare a domenica prossima, quando renderanno visita alla neo capolista. Serve un’altra prestazione di spessore, occorre mettere in campo la stessa voglia, la stessa determinazione e le medesime idee di questo pomeriggio. Il campionato terminerà tra due mesi, che sono un’eternità, niente è perduto e bisogna ripartire più forti di prima.

Diremo di più: con altri interpreti, questa partita l’avremmo persa, senza se e senza ma, probabilmente racimolando un paio di espulsioni. Invece siamo stati bravi a recuperarla giocando sempre con calma e senza farci assalire da inutili isterismi. L’arbitro ha fatto di tutto per far perdere la bussola ai nostri, che sono stati perfetti nel non cadere nelle continue provocazioni.

Manteniamo alta la concentrazione e mostriamo sempre questa faccia, siamo curiosi di capire quanti reggeranno il nostro passo. Al triplice fischio la squadra è uscita tra gli applausi di tutto lo stadio e mai tributo fu più meritato. Questi ragazzi si sono trasformati: lottano e giocano con noi, non c’è assolutamente niente da rimproverare loro.

Tra sette giorni sarà di nuovo esodo e lo stadio mobile sarà al fianco degli amaranto fino alla fine della stagione. Con queste premesse e questa unità d’intenti non ci spaventa niente. Mani sui remi e pronti al serrate finale, fine e premio soltanto l’onor.