Un solo GROSSO colpevole

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Un Livorno deprimente perde al Picchi con il Poggibonsi, e certifica inequivocabilmente il totale fallimento della gestione Esciua, con un girone di anticipo sulla fine del campionato.

Sono scesi in campo undici singoli modesti calciatori, che si sono limitati a camminare senza costrutto sul rettangolo verde, senza la più pallida idea di come sviluppare un’azione di gioco degna di questo nome.

Il pisano in panchina, ex allenatore ormai da anni, ha continuato ad osservare tranquillo la sua “non” squadra, assistendo allo scempio senza mostrare il minimo segno di impazienza o frustrazione, operando dei cambi che definire imbarazzanti è usare un eufemismo.

Il Livorno non esiste più. Questi personaggi scesi in campo con la gloriosa maglia dell’Unione non rappresentano più nessuno, se non una società arrogante ed un allenatore borioso, che ha smarrito ormai da tempo il senso del suo lavoro e lo spirito battagliero che bene o male lo contraddistingueva.

La responsabilità di questo indegno spettacolo senza fine è però da attribuire in grandissima parte a Joel Esciua, colui che doveva rilanciare la società dopo i due anni della gestione Toccafondi e che invece ha polverizzato anche quel po’ di entusiasmo che c’era rimasto dopo il deludente quinto posto della scorsa stagione.

Nessuna delle promesse fatte in sede di presentazione al suo insediamento in società è stata mantenuta.

Tralasciando la vergogna di frasi e comportamenti sopra le righe che hanno portato alla frattura con la Curva Nord e limitandoci ai soli aspetti tecnici e di campo, possiamo affermare senza tema di smentita, che il broker brasiliano ha fallito su tutta la linea.

Zero campi di allenamento di proprietà e soprattutto zero progetti all’orizzonte per dotare la squadra di una casa propria, zero progetti rispetto al settore giovanile.

Organigramma societario disastroso: si è pensato solo a distruggere, eliminando figure storiche ed introducendo i cosiddetti manager che però, è sotto gli occhi di tutti, non stanno dando la svolta auspicata e soprattutto non hanno titoli per interfacciarsi con la piazza, in un momento estremamente delicato come l’attuale.

Area tecnica da film dell’orrore: un ex allenatore pisano, preda della sua supponenza per una carriera dignitosa e niente più ed un DS licenziato ai tempi dell’Eccellenza, ripescato dal bidone degli scarti, quando i profili vincenti avevano declinato uno dopo l’altro le proposte evidentemente imbarazzanti della società amaranto.

Squadra modesta, copia e incolla di quella molto criticata dello scorso anno: portieri che fanno a turno a sbagliare partita (grazie anche alla gestione scellerata di Favarin), quote sbagliate, centrocampo inesistente, pezzi pregiati che sono arrivati con problemi fisici che li stanno limitando, mancanza di un bomber vero e assenza di un regista che detti i ritmi e faccia girare la squadra.

Purtroppo la stagione è compromessa e a niente servirà cacciare il pisano perché, come detto, gli errori commessi sono numerosi e grossolani.

Quando l’80% delle scelte fatte da maggio ad oggi si rivelano sbagliate, significa che il problema sta a monte, in cima alla catena, e che la situazione migliorerà solo quando rimuoveremo la causa che ha generato lo sfacelo odierno. Fossimo in un libro giallo saremmo al termine della storia, nel momento in cui tutti gli indizi convergono su un unico colpevole.

La stragrande maggioranza degli utenti di questo Forum non ha mai avuto dubbi nel definire l’attuale società quantomeno inadeguata alla piazza, e lo ha fatto quando i pretoriani dell’imperatore Joel starnazzavano di rivoluzione necessaria (alla cacciata di Igor) e di gestione manageriale della squadra, paragonando il Livorno in serie D al Manchester City degli arabi, vaneggiando di Premier League ed altre amenità.

Probabilmente stasera questi signori saranno al palazzetto dello sport a gustarsi il derby insieme ad altre 8000 persone, sbeffeggiando chi oggi era allo stadio a bagnarsi di pioggia e lacrime.

Noi invece restiamo al fianco dell’amaranto, nel bene e nel male, senza farci spaventare da questo inconcludente signore di passaggio ed augurandoci che quanto prima possa trovare interesse per qualche altro luogo più consono alle sue abilità.