Punto. E Basta

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Il Livorno va a Piancastagnaio per il recupero della nona giornata del girone E del campionato di serie D.

Avversaria dei nostri ragazzi è la Pianese, capolista solitaria, reduce da un inizio di campionato al fulmicotone avendo raccolto nove vittorie ed una sola sconfitta. I punti di distacco dalla compagine senese sono già 7 e lo scontro di oggi è uno spartiacque della stagione.

Favarin decide di giocarsi la partita col tridente titolare composto da Cori, Cesarini e Giordani. Peccato che tutto il resto della squadra sia lontano almeno 30 metri dal trio offensivo. I ragazzi vengono infatti schierati in campo con un ultraprudente 5-3-2, con 3 centrali difensivi, Bellini sacrificato sulla destra difensiva e Luci a cantare e portare la croce in mezzo al campo e ovunque ci sia bisogno di lui.

I primi dieci minuti sono da incubo, con i senesi che “rischiano” per due volte di passare in vantaggio. Il Livorno però riesce a prendere le misure, schiacciando una sull’altra le due linee di difesa e centrocampo ed affidandosi esclusivamente ai lanci lunghi su Cori per far salire il baricentro.

La partita rimane equilibrata fino al missile di Nardi nell’angolino: Livorno in vantaggio (piuttosto casuale) e Pianese che nonostante un gioco ordinato e propositivo non riesce a rendersi particolarmente pericolosa.

L’episodio che cambia tutto arriva all’ultimo secondo di gioco della prima frazione: Cori crolla a terra e si tocca il retro della coscia per un probabile stiramento che lo terrà fuori per alcune settimane.

Al rientro in campo per il secondo tempo, Favarin sceglie Mutton, ma le caratteristiche del 44 amaranto sono diverse da quelle dell’ex Alessandria ed i lanci dalle retrovie non diventano più seconde palle utili per i nostri attaccanti, ma sono facile preda dei difensori in maglia gialla. Il risultato è un lento ed inesorabile arretramento degli amaranto, che si chiudono negli ultimi 30 metri portandosi il nemico in casa.

Su un calcio d’angolo battuto dalla Pianese, arriva puntuale la disattenzione colossale dei nostri che lasciano un giocatore avversario solo all’altezza del dischetto: colpo di testa e punto dell’1-1.

Resta ancora mezz’ora da giocare, ma la trama del racconto non cambia, con Favarin che tenta dei cambi che però non portano assolutamente niente. Cesarini e Giordani sono praticamente dei fantasmi in mezzo al campo, costretti anche loro a rincorrere gli avversari senza mai essere coinvolti in un’azione corale degna di questo nome.

Il Livorno sviluppa un gioco povero, fatto di difesa e lanci lunghi, grandi corse all’indietro e duelli aerei e quindi avere in rosa maestri di fioretto in queste condizioni serve veramente a poco.

Siamo passati dall’essere la squadra votata all’attacco delle prime giornate, ad essere una compagine che pensa a coprirsi – senza saperlo fare davvero bene – e poi riparte, affidandosi al caso, cercando le spizzate di Cori o le invenzioni estemporanee di un protagonista a sorpresa (vedi Sabattini domenica scorsa).

Oggi abbiamo applicato alla lettera il famoso dictat del “Paron” Nereo Rocco: “Colpire tutto ciò che si muove a pelo d’erba. Se è il pallone, meglio.” Siamo usciti indenni dal campo della capolista ma non possiamo essere soddisfatti perché le premesse e le promesse erano molto diverse.

Ci aspettavamo una squadra che competesse per il primo posto con professionisti (compresi allenatore e DS) di categoria superiore, ma oggi abbiamo visto una squadra, la Pianese, correre e tentare fino all’ultimo di trovare la vittoria, ed un’altra, la nostra, fare un gioco speculativo, fatto di sofferenza, di calcioni al pallone, senza nessun’altra idea se non quella di portare a casa il punticino.

Dov’è finito lo spettacolo che non avevamo mai visto e di cui avremmo dovuto godere grazie ad Esciua ed i suoi collaboratori? Il distacco dalla capolista è ancora di sette punti, ma fra noi e loro ci sono anche altre tre squadre. Il tempo delle chiacchiere è ampiamente finito. Chi può faccia qualcosa per risollevare le sorti di questa squadra e di questa società, che sta lentamente scivolando nell’anonimato del calcio dilettantistico.

Gli oltre 250 livornesi saliti oggi a Piancastagnaio non lo meritano e non lo merita una città che ha dimostrato ampiamente di poter stare tranquillamente nel calcio che conta.

Ultima considerazione per la Pianese: squadra “bellina”, ordinata e composta da calciatori giovani e vogliosi, ma niente, assolutamente niente di eccezionale.

Se questa squadra fino ad oggi aveva vinto tutte le partite tranne una, significa che il livello di questo girone è infimo e che una proprietà lungimirante, che abbia risorse e le affidi a professionisti scafati, potrebbe vincere il campionato senza nemmeno giocare le partite.

Il tanto decantato Modello Pianese è perfetto per Piancastagnaio, alle nostre latitudini serve altro.