Il prodotto è difettoso

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Nell’ultima domenica di ottobre che segna il ritorno all’ora solare, il Livorno resta nel buio più completo e perde di nuovo in casa, stavolta per 0-1 contro il Seravezza.

Inutile soffermarsi più di tanto sulle questioni tecnico-tattiche del match, basti dire che la squadra scesa in campo è sembrata sbagliata sin dall’annuncio dell’undici titolare (fuori inspiegabilmente Cori e Nardi) ed ha confermato le sensazioni negative per tutti i 90 minuti.

I nostri avversari hanno giocato meglio di noi, hanno sfiorato più volte il gol, hanno trovato la rete che ha deciso la partita per un errore grossolano del nostro portierino e non hanno mai subito seri pericoli, se non all’alba del confronto.

Alla terza partita giocata fra le mura amiche contro squadre di un certo livello e dopo aver conquistato un solo punto (fra l’altro in modo fortunoso), possiamo quindi dire senza tema di smentita che questo Livorno invece di crescere, sta avendo una forte involuzione.

Ad inizio campionato eravamo molto scettici sul reale potenziale degli amaranto, ma un buon avvio basato soprattutto su una grande rendita in trasferta (4 vittorie su 4 partite), ci aveva fatto parzialmente ricredere. Ora però ci chiediamo se tutti i nodi non stiano venendo al pettine.

Sul banco degli imputati è salito sicuramente mister Favarin, che con delle scelte incomprensibili di schieramento delle formazioni iniziali e relativi cambi, ci ha messo parecchio del suo. Inoltre si stanno vivendo situazioni paradossali, con giocatori che sono spariti totalmente dai radar (Menga e Fancelli) ed altri di cui non si sa più nulla dalla notte dei tempi (Sabattini).

Per di più in settimana c’è stata la rescissione di Caponi che senza mezzi termini ha indicato proprio in Favarin il motivo della sua scelta. Annunciato a settembre come il colpaccio last minute che avrebbe messo a posto il centrocampo ha trovato invece pochissimo spazio, salvo quando è stato buttato allo sbaraglio (insieme a Palma) nella orripilante sconfitta di due settimane fa contro il Tau. Al di là delle responsabilità specifiche, la sensazione di déjà vu (Bellazzini e Cretella tanto per dire due nomi a caso) non ci fa stare per niente tranquilli.

Rimane inoltre un po’ confusa la lettura data da Favarin su questa perdita, visto che ora afferma che la squadra è a posto così, nonostante gli infortuni accorsi in questa prima fase, ma che quando c’era anche Bartolini a disposizione, avallò la decisione di far arrivare proprio Caponi.

Avevamo detto in tempi non sospetti che la scelta del pisano per la panchina ci trovava del tutto contrari e i motivi erano proprio quelli di ciò che sembra si stia verificando. Speriamo di essere noi dalla parte del torto, perchè per quanto riguarda i fenomeni alla Mourinho in serie D, abbiamo già dato. Grazie.

Impossibile poi non tirare in ballo la società, anche se sarebbe meglio dire il presidente Esciua, visto che è un uomo solo al comando. Al di là delle varie diatribe avute in queste ultime settimane con parte della tifoseria per questioni extracalcio, da un punto squisitamente sportivo, ci sembra che questo prodotto che doveva farci stropicciare gli occhi, debba essere abbondantemente revisionato.

Purtroppo nel calcio non ti inventi nulla e se non guardi neanche dove sono stati commessi gli errori in passato, sei destinato a ripeterli all’infinito, specie se come si suol dire, non ti frughi e fai andare solo la lingua. Siamo già alla seconda sconfitta casalinga, di cui una è stata una vera e propria umiliazione. I nomi delle squadre che hanno espugnato il Picchi si chiamano Tau Altopascio e Seravezza Pozzi e nel primo caso manca anche l’originalità.

Una cosa però effettivamente non si era mai vista: la mascotte della Triglia che pare il galletto amburghese. È una quisquilia rispetto a tutta la situazione, ma come sappiamo il diavolo è nei dettagli.

Andiamo Livorno, nonostante tutto!