Rispetto!

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Un brutto Livorno espugna Forte dei Marmi con una vittoria di misura per 1-0 e riscatta solo in parte l’orrenda partita di sette giorni fa contro il TAU.

Gli amaranto infatti, dopo un avvio convincente, sono passati in vantaggio con un goal meraviglioso di Giordani, ma da quel momento in poi, pur gestendo senza troppi affanni le operazioni in campo, si sono adagiati sugli allori e hanno dovuto ringraziare la pochezza degli avversari per arrivare a conquistare questi 3 punti.

Il Real Forte Querceta si è rivelato squadra debole, che ha stentato a mettere in fila più di due passaggi consecutivi in novanta minuti, ma nonostante questo, in un paio di occasioni ha creato seri grattacapi alla retroguardia amaranto, ancora una volta apparsa in apprensione sui pochi affondi dei loro rivali.

Sugli scudi, oltre al marcatore di giornata, un Luci monumentale, inesauribile diga a centrocampo e vera anima della squadra. Il capitano ha messo insieme un inizio di campionato sontuoso e rimarrà un mistero insondabile il perché domenica scorsa Favarin gli abbia preferito Caponi (poco utilizzato e finora evanescente), relegando il nostro numero 8 in panchina.

Accanto a lui, buona come sempre la prova di Bellini in mezzo al campo e quella di Bassini in difesa al posto di Brenna; ottimo anche l’esordio in campionato di Camara sulla fascia destra.

Davanti Cesarini questa volta non incide, incaponendosi in giocate personali poco utili alla causa e sbagliando anche passaggi elementari, per un giocatore della sua classe. Un passaggio a vuoto del Mago, che però è bene ricordare, si sta portando dietro fastidi fisici e acciacchi da inizio stagione. Male anche Cori, a dire il vero scarsamente supportato dal resto della squadra, ma comunque deludente. Di Giordani abbiamo già parlato riferendoci al gol, ma vale lo stesso ragionamento fatto per Cesarini: c’è bisogno di liberarsi dai guai fisici, in modo da potersi allenare con continuità, altrimenti la tenuta e la lucidità saranno sempre precarie.

Vincere darà serenità all’ambiente, che ha attraversato una settimana ai confini della realtà, vuoi per la sonora sconfitta casalinga di domenica scorsa, vuoi per la questione della foto (la celebre coreografia realizzata dalla Curva Nord nella finale contro l’Empoli, nell’anno dell’ultima promozione in serie A una decade fa) esposta nell’atrio dello stadio Armando Picchi, che prima è misteriosamente scomparsa e poi è riapparsa come per magia, quando il malumore degli sportivi amaranto rischiava di tracimare.

Abbiamo dovuto ascoltare le storie più disparate e fantasiose, come quella del muro da ridipingere o del marchio AS da togliere dalla gigantografia, che sarebbero anche comiche, se non fosse che c’è gente che ha finito per crederci. Purtroppo a Livorno ci sono dei boccaloni che credono a tutto quello che dice il padrone del vapore a prescindere, non riuscendo a capire che queste novelle sono state inventate per coprire gli atteggiamenti arroganti di colui che dovrebbe guidare la società con intelligenza e lungimiranza e invece pensa di poter fare e disfare a proprio piacimento.

Vorremmo ricordare a questo signore, che se oggi si trova a Livorno e può fregiarsi del titolo di presidente della gloriosa Unione, è solo perché c’è una storia ultracentenaria che parte nel 1915 e ha visto avvicendarsi centinaia di dirigenti, senza che mai venisse meno, neanche nelle ore più buie, il sostegno e l’amore incondizionato dei suoi tifosi. Invitiamo quindi il signor Esciua a stare più sereno e soprattutto a portare rispetto ai simboli che ci rappresentano, senza dimenticare mai che lui sarà solo l’ennesimo gestore di passaggio e che il Livorno, per fortuna, esisterà anche dopo che se ne sarà andato a fare affari da qualche altra parte.

Ora sotto col Seravezza.

Forza Livorno!