E all’ultimo si schizza!

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Nel corso di un campionato ci sono partite che segnano uno spartiacque. Chi le gioca si rende conto di potersi affidare a delle certezze che credeva di non avere, oppure all’opposto, di aver sovrastimato il proprio potenziale. La gara di ieri tra Livorno e Grosseto è stata questa esatta fotografia.

Sul prato dell’Armando Picchi si sono affrontate due delle favorite della vigilia, che però sono arrivate all’appuntamento percorrendo sentieri diversi: il Grosseto costruendo la squadra con largo anticipo e affidandosi ad alcuni tra i migliori calciatori della categoria, il Livorno assemblando una squadra forte, con alcuni ottimi pezzi provenienti dalla serie C, ma terminando i lavori a ridosso dell’avvio del torneo.

Il risultato è stato che in campo si sono viste, da una parte la squadra maremmana già pronta, con le idee chiare e rodata in ogni reparto e dall’altra noi, una compagine che in pratica sta affrontando una sorta di precampionato, alla ricerca della forma e delle alchimie migliori.

Il Grosseto ha dominato il primo tempo, pur non schierando uno dei suoi giocatori top, visto che Rinaldini è rimasto in panchina per buona parte del match ed è entrato solo al tramonto della gara. Attenti dietro, solidi in mediana e ficcanti in attacco, i maremmani hanno colpito nel punto debole degli amaranto: gli esterni di difesa.

Per tre volte gli uomini di Bonuccelli hanno sfondato sulla nostra sinistra, segnando una rete, vedendosene annullare una seconda per fuorigioco ed assistendo ad un miracolo di Biagini su colpo di testa da distanza ravvicinata.

Nei primi 45 minuti non si è mai avuta l’impressione che il Livorno potesse davvero impensierire gli avversari, confezionando una prova opaca.

All’inizio della ripresa però, ecco l’episodio che cambia il corso degli eventi: fallo a centrocampo di un difensore in maglia rossa che, a seguito di proteste piuttosto plateali, viene espulso dal direttore di gara. Livorno in superiorità numerica e un tempo intero a disposizione per rimettere in sesto la gara.

Gli uomini di Favarin mettono in campo tutto quello che hanno, ma fanno una fatica bestiale ad impensierire la retroguardia del Grosseto, lesto ad organizzare una diga a centrocampo a protezione della difesa. Al di là di un giro palla sterile e di alcuni scambi in velocità al limite dell’area, la porta dei grossetani non corre nessun pericolo serio.

Il mister amaranto tenta con i cambi di dare verve e idee ai propri uomini, ma li calcola male e dopo l’infortunio a Bartolini non possiamo più effettuare sostituzioni e di fatto giochiamo gli ultimi dieci minuti più recupero di nuovo in parità numerica. Il Livorno sembra spegnersi pian piano, le energie scarseggiano ed il Grosseto al quinto di recupero sfiora lo 0-2 su contropiede.

Quando tutti credono di dover affrontare l’ennesima serata amara, ecco l’ultimo pallone buttato in area maremmana, Ronchi colpisce di testa disegnando un pallonetto beffardo che si insacca all’angolino sinistro, un boato saluta l’insperato gol del pareggio e si festeggia sotto la Nord impazzita. L’arbitro fischia la fine immediatamente dopo, 1-1 risultato finale.

A questo punto però, dopo lo scampato pericolo, dobbiamo fare alcune considerazioni.

Il Livorno, al momento attuale, non vale il Grosseto: troppa la differenza sul piano atletico, su quello tattico e nell’organizzazione di gioco. Non ci fosse stata l’espulsione del loro giocatore, probabilmente saremmo a commentare un risultato diverso. Troppo evidenti le falle sugli esterni di difesa amaranto.

Vero che da una parte schieriamo un 2005 e che a destra abbiamo fatto debuttare Savshak (oggettivamente pessimo) per Nizzoli non al meglio (salvo poi farlo entrare in campo dopo mezz’ora, svelando una scelta a dir poco cervellotica), ma purtroppo il campionato non aspetta e se una squadra parte con l’ambizione di arrivare davanti alle altre, non può permettersi di sbagliare le quote.

Non vogliamo essere eccessivamente critici nei confronti di questi ragazzi, che comunque hanno messo l’anima in campo, ma se tre indizi fanno una prova, le partite col Seravezza, col Poggibonsi e quella di ieri contro il Grosseto, ci consegnano un quadro preciso: il sistema difensivo, così come è concepito dal mister, non funziona. Come diceva John Madden, leggendario coach di football americano: “L’attacco fa vendere i biglietti, ma è la difesa che fa vincere le partite”. È quindi necessario che l’area tecnica del Livorno individui al più presto le contromisure per correggere il problema.

Capitolo infortuni: inizia il campionato ed inizia la conta dei feriti. L’anno scorso davamo la colpa ai campi di allenamento, aggiungiamoci pure la sfortuna che ci perseguita. Sulla seconda non abbiamo antidoti, a meno che qualcuno non conosca uno stregone che ci possa togliere il malocchio. Sui campi di allenamento siamo in attesa che il patron mantenga la promessa fatta a più riprese durante le conferenze stampa estive, dando la possibilità di far allenare i nostri ragazzi sul sintetico di ultimissima generazione fatto apposta per noi al CONI.

La partita di ieri ci consegna però anche una serie di aspetti positivi. La squadra ha lottato e ci ha creduto fino in fondo, al di là delle contingenze e della giornata non favorevole. Pareggiare al 96esimo, pur su episodio casuale, è sintomo di forza di volontà e determinazione, qualità che faranno comodo nel corso del torneo.

Abbiamo una Curva ed un ambiente che non ha niente da invidiare a moltissime piazze di serie B e la cosa non è neanche così scontata, considerando il fatto che militiamo in quarta serie e siamo reduci da tre annate infauste. Chi cita i tifosi del Livorno in conferenza stampa dunque scelga bene le parole, siamo l’unica componente che certamente non ha niente a che spartire con questo campionato infame.

Abbiamo le carte per potercela giocare, non siamo la squadra ammazza campionato che ci era stata promessa, ma anche il Grosseto non sembra nemmeno lontano parente dell’Arezzo dello scorso anno. Facciamo in modo che ogni componente metta sul piatto il proprio meglio, tutti uniti: allenatore, DS, pubblico, stampa.

Nel frattempo prepariamoci per Santa Croce sabato prossimo: lo stadio mobile non si ferma mai.