A causa del covid, questo monologo non lo recitai ed \u00e8 rimasto sul mio pc, ma ora voglio condividerlo con voi, anche per rendere merito a questa persona poco conosciuta nella nostra citt\u00e0; solo il parcheggio del campo scuola porta il suo nome, fateci caso nella prossima partita casalinga.<\/p>\n\n\n\n
Sarebbe interessante sapere se il presidente Toccafondi sa qualcosa di questa cosa, nel caso gliela faremo leggere. \ud83d\ude00<\/p>\n\n\n\n
Il monologo l’ho scritto interamente io ed \u00e8 tratto dal libro “Un pratese innamorato di Livorno. Giuseppe Valaperti e la nascita di Prato a Mare e dello stadio” di Giovanni Laterra. Le immagini che vedrete in allegato sono contenute all\u2019interno del suddetto volume.<\/p>\n\n\n\n
Se questa storia vi incuriosir\u00e0, visto che c’\u00e8 molto altro rispetto a ci\u00f3 che ho scritto io, potrete acquistare il libro di Laterra, \u00e8 in vendita anche su amazon.<\/p>\n\n\n\n
La storia di Giuseppe Valaperti e lo stadio Armando Picchi di Livorno<\/h2>\n\n\n\n
Luned\u00ec 9 Ottobre 1933: allo stadio Armando Picchi di Livorno, allora intitolato a Edda Ciano, si gioca la 5\u00b0 giornata del campionato di serie A stagione 1933\/1934<\/strong>.<\/p>\n\n\n\n Oltre 10.000 tifosi livornesi festeggiano la netta vittoria per 3-0 nel sentito derby contro la Fiorentina<\/strong>. Ma non \u00e8 tanto la vittoria contro i cugini che fa gioire i tifosi amaranto, ma che per la prima volta hanno potuto assistere ad una partita casalinga della loro squadra nel loro stadio. S\u00ec perch\u00e9 l\u2019attuale Armando Picchi di Livorno venne inaugurato proprio in quella 5\u00b0 giornata di campionato.<\/p>\n\n\n\n Sono in pochi per\u00f2 a sapere che una bella parte di questo merito sia di un imprenditore di Prato<\/strong>, che ha costruito la sua fortuna nella sua citt\u00e0 ma divise il cuore con Livorno, dove costru\u00ec molte opere ancora presenti. Per cui io, un Livornese trapiantato a Prato, sono qua per raccontarvi la storia di Giuseppe Valaperti<\/strong>: il Pratese innamorato di Livorno.<\/p>\n\n\n\n \u00abSe un amico per necessit\u00e0 ti chiede soldi, se lo puoi fare regalaglieli, altrimenti lo perdi come amico\u00bb. Era questo il mantra<\/strong> che Valaperti ripeteva in continuazione ai figli. Eppure, Giuseppe, nato a Prato nel 1868, la miseria l\u2019ha conosciuta. Ma non l\u2019aveva dimenticata e ne aveva tratto saggi insegnamenti.<\/p>\n\n\n\n Valaperti lasci\u00f2 la scuola in terza elementare ed inizi\u00f2 a lavorare come cordaio<\/strong>, ovviamente, in Piazza Mercatale. Si perch\u00e9 la caratteristica piazza pratese a forma di mandorla \u00e8 stata sin dal medioevo la sede del mercato e delle fiere cittadine. La vita ordinaria della citt\u00e0 di Prato ha sempre ruotato intorno alle attivit\u00e0 artigianali della piazza: industrie del rame, lanifici, falegnameria. <\/p>\n\n\n\n Ma ben presto abbandon\u00f2 i cordami per passare alla lana<\/strong>, del resto erano gli anni in cui l\u2019industria tessile a Prato iniziava a fiorire e fu una scelta felice. Nel 1893 fond\u00f2 il suo lanificio dove ottenne enormi guadagni e lo port\u00f2 ad essere uno degli imprenditori pi\u00f9 facoltosi ed in vista dell\u2019epoca. Lo potremmo definire il prototipo di “self-made man” italiano: un personaggio emblematico di una generazione che a cavallo fra otto e novecento, dal nulla, seppe costruire grosse fortune.<\/p>\n\n\n\n \u00abSe un amico per necessit\u00e0 ti chiede soldi, se lo puoi fare regalaglieli, altrimenti lo perdi come amico\u00bb. Valaperti non ha mai dimenticato le sue origini<\/strong> e la povert\u00e0: ad ogni manifestazione si comportava sempre come persona sociale, si adoper\u00f2 costantemente per opere di pubblico bene ed era attento alle esigenze dei suoi operai. Infatti, per ognuno di loro, costru\u00ec una casa a riscatto ed inoltre fu uno dei primi in Italia ad organizzare la mensa nella propria azienda.<\/p>\n\n\n\n La fabbrica, ma soprattutto la famiglia<\/strong>, furono per lui lo scopo maggiore della sua esistenza: affid\u00f2 le figlie a dame di compagnia affinch\u00e8 insegnassero loro l\u2019arte della pittura e del ricamo. Ben diversi progetti scelse per i maschi, che port\u00f2 giovanissimi in azienda per collaborare con lui. Non possiamo biasimare questi giovanotti se ogni tanto, magari dopo qualche serata libertina, non avevano molta voglia di alzarsi dal letto di prima mattina. Tuttavia il Valaperti, esigentissimo, non si peritava a svegliarli a forza di catinellate d\u2019acqua in faccia.<\/p>\n\n\n\n La maggior parte dei profitti dell\u2019azienda tessile venne investita per costruire un solido quanto vasto patrimonio immobiliare<\/strong> che venne suddiviso per tempo tra i figli e i parenti pi\u00f9 stretti, ma sempre rispettando i suoi principi.<\/p>\n\n\n\n Nella sua Prato vennero edificati importanti palazzi ancora presenti<\/strong>: Palazzo Bizzocchi sede attuale dell\u2019unione commercianti, l\u2019attuale pretura, palazzo Novellucci, in pieno centro storico, dove and\u00f2 ad abitare con la famiglia. <\/p>\n\n\n\n Ma \u00e8 a Livorno dove riusc\u00ec dare sfogo<\/strong> a quella che i suoi operai definirono, amichevolmente, la \u201cmalattia del mattone\u201d. \u00c8 a Livorno dove, nel Luglio del 1928, inizia la creazione di quella che verr\u00e0 ricordata come la \u201cPrato a mare\u201d. <\/p>\n\n\n\n Prima formalizzando l\u2019acquisto della bellissima Villa Basilica<\/strong>: pi\u00f9 di 77K metri quadri di terreno situati vicino al mare, tra l\u2019accademia navale e l\u2019ippodromo. Una villa ad uso familiare, con scuderie, casa per il custode e un podere. A questa abitazione volle dare un\u2019impronta pratese: la facciata fu ristrutturata in modo da ricordare la facciata di Palazzo Novellucci, la sua abitazione di Prato, e lo stemma della famiglia \u00e8 ancora conservato l\u00ec in bella mostra.<\/p>\n\n\n\n Prato rimane la sede principale degli affari di Valaperti, mentre Livorno inizialmente solo il luogo dove trascorrere in tranquillit\u00e0 lunghi periodi di villeggiatura<\/strong> con la famiglia: sorseggiando un aperitivo in Baracchina Rossa, tutt\u2019ora luogo principale della movida estiva; prendendo il sole ai bagni pancaldi, lo stabilimento balneare pi\u00f9 storico della citt\u00e0 dove i giovani nati tra gli anni \u201980 e \u201990 come me hanno trascorso le loro estati; facendo snorkeling tra le limpide acque del Romito, la costa livornese che nelle caldi estati \u00e8 sempre sovraffollata dai cittadini labronici e anche qualche \u201cospite\u201d di terre pisane, fiorentine, lucchesi.<\/p>\n\n\n\n Ma Livorno \u00e8 una citt\u00e0 giovane, siamo in piena bell\u00e9 epoque, il popolo labronico \u00e8 passionale e sa contraccambiare un amore corrisposto, per cui il Valaperti cede totalmente alla sua febbre del mattone<\/strong> e inizia a dare origine ad un vero e proprio quartiere residenziale, che verr\u00e0 ricordato come la \u201cPrato a mare\u201d. <\/p>\n\n\n\n Vicino la sua dimora di Villa Basilica, nella zona antistante l\u2019accademia navale, vengono costruite 47 ville in stile Liberty<\/strong>, una di fianco all\u2019altra, tutte simili, tutte con una torre di uguale altezza. Tutte, tranne una: si dice che la villa davanti l\u2019accademia abbia la torre pi\u00f9 alta su richiesta della regina di Savoia. Durante i suoi periodi di villeggiatura voleva controllare le scorribande notturne del figlio cadetto. Non ci sono documenti che provino ci\u00f2, ma quando ci sono di mezzo personaggi famosi le leggende non mancano di certo. <\/p>\n\n\n\n Livorno \u00e8 sempre stata una citt\u00e0 sportiva, \u00e8 tutt\u2019ora la citt\u00e0 pi\u00f9 medagliata d\u2019Italia, per questo Valaperti volle regalare un pezzo di terreno della sua tenuta e 50mila lire come contributo per edificare lo stadio di calcio<\/strong>. Stadio che avrebbe visto il Livorno sfiorare lo scudetto contro il Grande Torino nel dopoguerra e giocare la coppa UEFA negli anni 2000. <\/p>\n\n\n\n Decise per ultimo anche di donare una bellissima statua di bronzo raffigurante Nettuno<\/strong>, realizzata da una fonderia pistoiese, che era la copia esatta del pi\u00f9 famoso Nettuno presente a Bologna nell\u2019omonima piazza. Prima la guerra, poi eventi metereologici importanti la devastarono, ma dopo un restauro, nel 2000, il Nettuno \u00e8 stato posizionato davanti ai bagni pancaldi, che il Valaperti tanto amava frequentare con la famiglia, dove ancora oggi scruta arcigno non si sa se il mare o i passanti che affollano il lungomare nelle sere di estate.<\/p>\n\n\n\n![\"\"](\"https:\/\/www.ale-livorno.com\/wp-content\/uploads\/2021\/11\/livorno-fiorentina-1933-ingresso-stadio-1024x791.jpeg\")
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