In terra pisana va in scena uno psicodramma ai limiti del surreale.
Il popolo amaranto, accorso ancora una volta in massa a sostenere la squadra, assiste ad una partita che risulta difficile descrivere a parole, una di quelle che fanno presagire una stagione segnata, un destino beffardo che attende solo l'occasione giusta per farti lo sgambetto.
Il Livorno chiude il primo tempo sull'1-1, dopo essere passato ancora una volta in svantaggio ed aver pareggiato su rigore con Ferretti.
Nell'episodio del penalty, la punta livornese della Cuoiopelli, improvvisatasi portiere, viene espulsa con rosso diretto per fallo di mano sulla riga di porta.
Squadre al riposo e amaranto in superiorità numerica.
Al ventesimo della ripresa ci pensa Durante, su assist dalla sinistra, a segnare il punto dell'1-2 per i labronici che pochi minuti dopo si ritrovano addirittura in doppia superiorità numerica per un rosso diretto ad un avversario, reo di un'entrata killer da dietro sulle caviglie di Pecchia.
In qualsiasi campionato del globo, a qualunque latitudine, in qualsiasi condizione atmosferica, di fronte ad uno stadio pieno o nella più desolata solitudine, una squadra che alla mezz'ora della ripresa si trovi avanti di un gol e con due uomini in più a calpestare il prato, la partita la porta a casa probabilmente dilagando nei minuti finali.
Ma in campo a S. Croce c'è il Livorno e la Cuoiopelli pareggia su angolo al minuto 32.
Non c'è neanche il tempo di terminare la bestemmia che dalla parte opposta è Ghinassi, ancora lui, a riportare avanti la truppa di Buglio: 2-3 a 10 dalla fine e sempre doppia superiorità numerica.
Anche su Marte, una partita del genere terminerebbe con la squadra in vantaggio che porta a casa la vittoria in ciabatte e sigaretta accesa sorseggiando uno sherry.
Ma in campo a S. Croce c'è il Livorno e la Cuoiopelli pareggia di nuovo al minuto 41, su contropiede. Il Livorno perde palla sulla trequarti avversaria, il terzino in maglia bianca lancia lungo sulla sinistra, l'attaccante fa 45 metri a perdifiato e, appena dentro l'area di rigore, sterza, fa fuori due difensori amaranto in un colpo solo spezzando il raddoppio, si porta la palla sul destro e fulmina Mazzoni (invero già sdraiato) con una fucilata nel sette dalla parte opposta.
Il disastro con la "D" maiuscola è servito.
Ci sarebbero altri minuti a disposizione per ribaltare ancora la situazione, per segnare altri gol, ma tutti gli ingranaggi cerebrali dei calciatori in maglia amaranto si sono fermati e non ripartiranno più.
La gara termina in pareggio, risultato catastrofico per come si era messa la partita.
Le nubi sulla squadra si addensano, la fiducia e l'ottimismo, nonostante la testa della classifica, vacillano.
I tifosi sono perplessi, si discute della tenuta mentale della squadra, della mancanza di leadership in campo, dell'assenza di certezze nei momenti chiave della gara.
Tutti temi che terranno banco fino al termine del campionato ed oltre, lungo la scia velenosa che porterà prima al triangolare promozione e successivamente ai play-off.
La sintesi:
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