LIVORNO-Siena 20 marzo 2018

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pottineamorte
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LIVORNO-Siena 20 marzo 2018

Messaggio da pottineamorte »

Stagione 2017/18, sulla carta l'ultima davvero buona della gestione genovese, in realtà anch'essa (paradossalmente, visto il risultato finale) foriera di tensioni, di attriti e di rabbia, segno evidente di come la suddetta gestione fosse ormai fuori tempo massimo da anni.
Dopo una partenza da record nel girone d'andata, con vittorie in serie e un gioco spumeggiante, il Livorno di Sottil inizia ad accusare qualche scricchiolio, fino ad accusare un crollo verticale, sia in termini di prestazioni che di risultati. Una prima bomba scoppia quando Sottil, dopo l'ennesima sconfitta sul campo del Cuneo, si dimette; iniziano a girare voci di contrasti nello spogliatoio, ma il casino rientra con una conferenza stampa congiunta di Sottil e della squadra al completo, cui segue una vittoria convincente sul campo della Giana Erminio, attualmente ultima strascicata nel suo girone, ma all'epoca buona squadra, tosta da affrontare e, sempre se la memoria non mi inganna, ben messa in classifica. Tuttavia, la situazione precipita nella partita successiva, con il Livorno travolto al Garilli dalla Pro-Piacenza e Sottil che viene esonerato.
A questo punto, la situazione è critica, perché il Siena, protagonista di un campionato non eccezionale, ma regolare, si è ormai fatto sotto e la prossima partita lo vedrà ospite al Picchi (mi sembra di ricordare che fosse arrivato tipo a -2 o a -1), dove arriverà a cazzo ritto e affronterà un gruppo in caduta libera.
Non ricordo se fu in quel momento o un mesetto dopo, quando ci fu la storia della bilancia (ci arrivo dopo), ma ricordo perfettamente l'incipit di un commento di Piazza su tutta la faccenda, che riassumeva perfettamente l'intera stagione, almeno fino a quel punto:
"Ti sei caato addosso, in un campionato di comparse [...] e riuscirai nell'impresa di far salire il Siena, che ha avuto solo il merito di crederci fino in fondo. [...] Nemmeno quando sei retrocesso dalla B hai fatto questi pezzi vì" (l'interessato, ovviamente, mi smentisca se riporto frasi inesatte :) )
Insomma, alla vigilia della partita che vale una stagione, in panchina viene chiamato Luciano Foschi, carneade estratto dal cilindro del Giallone, allenatore pressoché sconosciuto, ma è nel momento del bisogno che si vede la forza di una piazza.
Alla partita, che si gioca in notturna, la curva è decisamente piena; io, abbonato (e presente anche all'eroica partita di andata), arrivo col mio gruppo con discreto anticipo, perché la tensione è salita vertiginosamente per tutta la settimana e vogliamo viverla il più possibile allo stadio. Una stagione aperta con gli squilli di tromba è diventata inesorabilmente un parto.
Più o meno in concomitanza con il fischio d'inizio (almeno, così mi sembra di ricordare), sul Picchi inizia a cadere una pioggia fine, quasi invisibile, ma costante, insistente, quella che Camilleri avrebbe definito "ad assuppaviddano", perché non la senti, ma poi ti accorgi di essere mézzo, che però non ci impedisce di cantare e di saltare come ossessi, anzi, ci carica ancora di più. La partita è tesa, relativamente equilibrata, si vede che nessuna delle due squadre vuole perdere, ma, nel corso del primo tempo, è il Siena a costruire più occasioni e a condurre il gioco, tant'è che Mazzoni leva dall'incrocio una legonata di uno di loro.
Si arriva all'intervallo con animo contrastato,perché vorremmo vincerla, ma la verità inconfessata è che in molti non sputeremmo il pari. Il classico birrino dell'intervallo sembra più freddo del solito, ma lì sotto, in prossimità del bar, percepisco sulla pelle che non si mollerà un cazzo. L'aria è tesa, elettrica e i visi di tutti, vecchi e bimbetti, sono feroci, determinati. Una parte di me pensa che ora andremo lì e gli romperemo il culo, ma sono troppo razionale e scaramantico per darle davvero retta... povero stronzo!
Inizia il secondo tempo, pronti, via, scambio di prima in velocità e il grande Ciccio Valiani (un giorno di questi vorrei inserirlo tra i guerrieri amaranto, ma l'ultimo post è già mio e non mi piace farne doppi) inzuppa di prepotenza. Gol!
In curva, il tifo, già incessante, diventa una bolgia e, con i nostri salti, diventiamo un moto ondoso scoordinato e potente. Me lo ricordo come fosse ora: subito dopo il gol, dopo un'esultanza indiavolata, ripartiamo quasi in trance con "dai Livorno alé, devi vincere, dai Livorno dai Livorno devo vincere, oooooh oooooooh". Ci guardiamo in faccia, tra amici e anche tra perfetti sconosciuti, senza smettere di cantare, e ci carichiamo ancora di più.
Del resto della partita, sono onesto, ricordo poco, a parte l'esultanza ancor più scomposta al fischio finale. Il Siena era stato ricacciato indietro, la spirale negativa senza fine era stata interrotta e si respirava, finalmente (ma ancora invano) un'aria di vera svolta.
Partita che, a mio parere, descrive perfettamente e condensa il bello del calcio, cioè un calderone di emozioni contrastanti, di pronostici ribaltati, di casualità imponderabile, di gioia e dolore, di ansia e di liberazione.

Il resto della stagione è storia: alla successiva vittoria di Viterbo seguirono due sconfitte abbastanza clamorose contro Monza e Olbia, dopodiché (credo, ma forse fu in mezzo) il delirio di voi sapete chi, che si presentò a Tirrenia con la bilancia ed epurò Mazzoni e Vantaggiato (sic!), salvo poi richiamare Sottil alla vigilia del derby col Pisa, poi vinto in carrozza e preceduto da un memorabile excursus di Spirit sulla stagione 1967-'68.
La promozione arrivò, alla fine, ma andò di traverso a tuttj e la colpa sappiamo di chi è stata.

Aneddoto personale: una mia cara amica, classica bimba a modo tutta casa e università, in verità poco interessata al calcio, si era fissata che voleva venire allo stadio con noi e aveva scelto di farlo proprio in occasione di questa partita. Io le dissi "guarda, non so se è per te, noi si va in curva, si salta, si canta, si pigliano spallate e gomitate, se poi si fa gol non te lo sto nemmeno a dire...".
Tenete presente che questa non era mai stata in uno stadio o giù di lì e che sarà alta 1.60 x 15kg coi vestiti invernali. Insomma, fatto sta che non vuole senti' seghe e viene.
Subito dopo il gol, mentre mi sgolo a cantare, mi viene in mente che c'è anche lei e mi giro di scatto; sta bene, ma è letteramente sballottata in qua e in là dalle spallate della gente che salta, amici miei compresi, a tratti sparendo :lol:
Ha detto di essersi divertita, ma poi non è più venuta allo stadio :D
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Fabio
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Re: LIVORNO-Siena 20 marzo 2018

Messaggio da Fabio »

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piazza
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Re: LIVORNO-Siena 20 marzo 2018

Messaggio da piazza »

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pottineamorte
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Re: LIVORNO-Siena 20 marzo 2018

Messaggio da pottineamorte »

Boia, c'era stato anche il sorpasso, non me lo ricordavo più. A maggior ragione, partita storica.

Riprendo il prologo del mio post per fare una riflessione su come le circostanze storiche e le prospettive che si hanno di fronte possano far vivere in maniera molto diversa avvenimenti simili o addirittura identici.
Grazie al cazzo, mi direte, però io faccio un paragone tra ciò che ho letto nei vostri post sulle partite decisive degli anni '90 e primi 2000 (tenete presente che io, all'epoca, oscillavo tra il non essere ancora nato e le elementari) e ciò che abbiamo tutti provato dopo le partite del 2018 e la relativa promozione.
Sempre di vittorie decisive si trattava, ma, in occasione di quelle di allora, su intuisce chiaramente respiravate un'aria ottimista ed eravate carichi a pallettoni, come se il meglio dovesse ancora venire, nonostante alcuni rovesci pesanti (Castel di Sangro, Cremona...), complice una fame arretrata da far paura, mentre, quattro anni fa, si ebbe tutti l'impressione che qualcosa stesse andando storto e che ci fosse da festeggiare, sì, ma fino a un certo punto, nonostante si stesse comunque parlando di un campionato vinto. Non dipese solo dalle modalità della promozione stessa, ma dalla consapevolezza di star assistendo a qualcosa di episodico, quasi non voluto, cui non avrebbe fatto seguito alcuna crescita.
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