Livorno anni 60

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Livorno anni 60

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Livorno anni '60
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Re: Livorno anni 60

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LIVORNO 1960-61
Nella stagione 1960-1961 non bastarono tre allenatori (Arturo Silvestri, Ugo Conti e Aldo Campatelli) a riportare fra i cadetti il Livorno.
Se ne andarono due colonne della precedente stagione: Mauro Lessi fu ceduto al Torino e Gino Raffin al Venezia. Di contro arrivarono dalla Triestina Fulvio Varljen ed Emilio Gratton, che diventò il cannoniere stagionale con 11 centri.
Il Livorno, tra le favorite del girone B della Serie C, patì l'ennesimo incerto avvio, che costò la panchina a Silvestri; infatti dopo la vittoria all'esordio, la nuova conquista dei due punti arrivò solo all'ottavo turno di campionato.
L'undici amaranto riuscì comunque a recuperare terreno e a rientrare in corsa per la promozione, ma la sconfitta interna con la Lucchese per 2-3 alla fine di febbraio, dette il colpo di grazia alle speranze livornesi, proiettando in Serie B i cugini rossoneri della Lucchese, che proprio con la vittoria in questa gara dettero la svolta al loro campionato, precedendo alla fine del torneo sia il Cagliari che lo stesso Livorno.


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LIVORNO 1961-62
Nella stagione 1961-1962 il vero problema del Livorno fu il gol.
Il Presidente Ardisson costruì una buona squadra per lottare per la promozione e invece gli amaranto non andarono oltre la tredicesima posizione.
Da segnalare il ritorno di Mauro Lessi destinato a diventare l'alfiere di tutti i tempi in maglia amaranto con 369 presenze, e il nuovo portiere Renato Bellinelli.
A differenza di altre stagioni sportive, stavolta il Livorno partì bene, ma già alla quarta giornata arrivò il primo rovescio ad Ancona.
In un torneo denso di derby, la strada per le toscane fu più irta di pericoli, tanto che alla fine fu il Cagliari a centrare l'obiettivo e a staccare il biglietto per la Serie B.
L'allenatore Aredio Gimona lavorò bene e la squadra chiuse il girone d'andata in piena lotta promozione, ma alla distanza si perse. Nel girone di ritorno furono raccolti solo undici punti e come sempre pagò l'allenatore, ma il suo sostituto Dino Bonsanti non fece miracoli.


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(In panchina da sinistra: Gimona, Puccinelli, Marcacci, Santonico e Vannoni)

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LIVORNO 1962-63
Nella stagione 1962-1963 il presidente Arno Ardisson chiamò a Livorno il tecnico Guido Mazzetti, uomo deciso, pratico, ambizioso ed in ascesa in fatto di risultati.
Gli vennero messi a disposizione Giuseppe Virgili, Gianni Caleffi, Roberto Balestri, Carlo Azzali e Mario Castellazzi, un vero lusso per la categoria.
Nel campionato la prima vittoria arrivò solo alla sesta giornata nel derby con il Grosseto. In un torneo dove si segnò poco, le nove reti di Virgili proiettarono comunque la squadra nei quartieri alti della classifica in lotta con Prato, Arezzo, Reggiana e Rimini. Ma il Prato, imbattuto in casa, ebbe qualcosa in più del Livorno. Le sconfitte interne con Pisa e Perugia alla fine risultarono decisive, e furono così ancora una volta i cugini lanieri a salire meritatamente in Serie B.


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LIVORNO 1963-64
La stagione 1963-1964 regalò finalmente la Serie B al Livorno guidato dal presidente Arno Ardisson e dal tecnico Guido Mazzetti. Con la coppia d'attacco formata da Giuseppe Virgili e Luigi Mascalaito, autori di 29 reti complessive, gli amaranto presero presto il largo in campionato, contrastati solo dal sorprendente Forlì. Attacco e difesa furono i migliori del torneo, con 45 reti realizzate e 18 subite. Come ai vecchi tempi l'Ardenza rimase imbattuta, con 15 vittorie e 2 pareggi.
Tra le individualità spiccò quella di Mauro Lessi, che stava diventando la bandiera della squadra labronica.


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LIVORNO 1964-65
Nella stagione 1964-1965 il Livorno tornò a respirare l'aria della Serie B, dopo diversi anni di purgatorio. La dirigenza confermò l'allenatore Guido Mazzetti e gran parte della rosa, salvo i nuovi inserimenti resi necessari dal salto di categoria, quali Mario Colautti e Rossano Giampaglia. L'obiettivo da raggiungere era la salvezza ed anche il campo dette conferma che oltre a quella non si poteva aspirare. L'inizio fu stentato e ci furono ben due cambi alla guida tecnica, prima Dino Bonsanti e poi Carlo Parola. Le cure dettero alla fine il loro effetto, tanto che la squadra rientrò in gruppo e riuscì a salvarsi anche con leggero anticipo, condannando alla Serie C il Bari e la Triestina.

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LIVORNO 1965-66
Nella stagione 1965-1966 venne confermato in panchina Carlo Parola, dopo l'ottimo lavoro svolto nel finale della stagione precedente. Se ne andarono Fulvio Varljen e Rossano Giampaglia, mentre approdarono a Livorno Albino Cella e Paolo Lombardo; ci fu inoltre il ritorno di Costanzo Balleri, che si prese la fascia di capitano. In Coppa Italia dopo aver eliminato al primo turno la Roma, ci si fermò al secondo turno con il Varese. In campionato dopo un buon avvio affiorarono alcune incertezze, ma la bravura dell'allenatore condusse il Livorno non solo ad una meritata salvezza, ma addirittura al settimo posto in classifica, a ridosso delle squadre in lotta per la Serie A.

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LIVORNO 1966-67
Nella stagione 1966-1967 il Livorno disputò un nuovo campionato di Serie B, col presidente Arno Ardisson pronto a farsi da parte, venendo affiancato in questa sua ultima stagione dall'ex presidente Ricciotti Paggini, che rientrò in gioco dopo quasi vent'anni; furono le sue garanzie economiche ad aiutare la società labronica a voltare pagina. La guida tecnica venne riaffidata al piemontese Carletto Parola. Rientrò dalla Sampdoria Rossano Giampaglia, venne definitivamente lanciato Paolo Garzelli, si affacciò alla prima squadra Giuseppe Papadopulo ed arrivò a Livorno l'attaccante Bruno Santon che, a parte questa annata un po' in sordina, aprì un ciclo in terra labronica. La squadra partì bene in campionato, poi ebbe un calo che si materializzò con un paio di sconfitte all'Ardenza. Parola rassegnò le dimissioni, ma il suo sostituto Serafino Montanari ebbe ancora meno fortuna. La dirigenza richiamò allora Carlo Parola che riuscì a ridare serenità all'ambiente, ottenendo una salvezza, seppure al cardiopalma. Ne fece le spese il Savona, battuto all'Ardenza e poi sconfitto dal Catania a tre minuti dalla fine del campionato. Stavolta la fortuna fu amica dal Livorno che per un solo punticino di vantaggio ottenne la salvezza.

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LIVORNO 1967-68
In casa amaranto si voltò pagina nella stagione 1967-1968: il vecchio presidente Ricciotti Paggini lasciò la società in mano a Renato Tedeschi, il quale affidò la conduzione tecnica a Leandro Remondini. I nuovi innesti furono Vittorio Calvani, Ulisse Gualtieri, Umberto Depetrini e Mauro Nardoni, che con otto reti risultò il miglior marcatore di stagione. La squadra era esperta e quadrata in ogni reparto, con il solo neo di segnare poco. Durante la partita con il Monza, il 19 novembre, accaddero fatti incresciosi, che costeranno cinque turni di squalifica del campo e come conseguenza la perdita di alcuni punti di troppo in classifica, che avrebbero permesso ai labronici di migliorare la settima posizione finale, a sole cinque lunghezze da Pisa e Verona, salite in Serie A con il Palermo che vinse il torneo.

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LIVORNO 1968-69
Nella stagione 1968-1969 a Renato Tedeschi subentrò come presidente Luigi De Giorgi. Al timone come allenatore vienne confermato Leandro Remondini, che però non credette nel progetto societario e alle prime avversità lasciò l'incarico, venendo sostituito da Aldo Puccinelli. Dal calciomercato arrivarono Giuseppe Santonico, Roberto Rigotto e Bruno Baiardo, mentre partirono Corrado Nastasio, Paolo Garzelli ed Umberto Depetrini. Il campionato del Livorno ebbe un inizio felice, con tre pareggi e tre vittorie, poi però quattro sconfitte consecutive riportarono tutti con i piedi per terra. Il Livorno concluse il torneo cadetto in tredicesima posizione; furono promosse in Serie A Lazio, Brescia e Bari.

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LIVORNO 1969-70
Nella stagione 1969-1970 la poltrona presidenziale del club amaranto passò prima a Gastone Vivaldi e poi a Vito Cionini. In panchina venne confermato Aldo Puccinelli e la campagna acquisti portò in maglia amaranto Novilio Bruschini, Roberto Badiani, Paolino Stanzial e Luigi Martini. Se ne andarono Roberto Rigotto ed il giovane Pino Papadopulo, ceduto alla Lazio. Dopo le tre partite di Coppa Italia, una sconfitta e due pareggi, il campionato iniziò male, con la prima vittoria che arrivò solo alla sesta giornata. Dunque venne meno la fiducia nell'allenatore Aldo Puccinelli e gli subentrò la gloria livornese Armando Picchi, che come calciatore aveva da poco appeso le scarpe al chiodo. Con lui arrivarono dodici partite senza sconfitte e fu raggiunto un discreto nono posto in classifica.

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Mascalaito
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Re: Livorno anni 60

Messaggio da Mascalaito »

Stupenda carrellata, grazie!!
Questi qui sono gli anni che mi ha sempre raccontato il mi babbo, un puntino sempre presente nelle foto della gradinata dell'epoca.
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Montecristo
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Re: Livorno anni 60

Messaggio da Montecristo »

Mascalaito ha scritto: mar 8 mar 2022, 8:21 Stupenda carrellata, grazie!!
Questi qui sono gli anni che mi ha sempre raccontato il mi babbo, un puntino sempre presente nelle foto della gradinata dell'epoca.
Idem x me.. Babbo mi raccontava degli anni 50 e 60, quando faceva anche delle trasferte..
Con la Lazio, la famosa partita degli ombrelli in campo e botte sui spalti
Ferrara, dove uscì scortato dai carabinieri perché dette un ciaffone a un tifoso della Spal perche dopo il gol del Livorno tirò una cicca a mio zio e nacque un bel parapiglia con la gradinata ferrarese
Messina, trasferta in AEREO... storica
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Amarantite
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Re: Livorno anni 60

Messaggio da Amarantite »

piazza ha scritto: lun 7 mar 2022, 19:28 Immagine
il grande Bruno Panattoni e figlio, pace all'anima loro
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piazza
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Re: Livorno anni 60

Messaggio da piazza »

Amarantite ha scritto: mar 8 mar 2022, 11:22 il grande Bruno Panattoni e figlio, pace all'anima loro
Li ho voluti mette apposta perché tifosi doc del Livorno.
Per motivi anagrafici ho conosciuto solo il Panattoni figlio, che stava in Piazza Magenta, un uomo enorme ma soprattutto una bravissima persona, che quando ero bimbetto, andava in giro con l’inseparabile San Bernardo.
Questo è un omaggio a loro e a tutti i fratelli amaranto che non ci sono più.
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Amarantite
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Re: Livorno anni 60

Messaggio da Amarantite »

piazza ha scritto: mar 8 mar 2022, 12:02 Li ho voluti mette apposta perché tifosi doc del Livorno.
Per motivi anagrafici ho conosciuto solo il Panattoni figlio, che stava in Piazza Magenta, un uomo enorme ma soprattutto una bravissima persona, che quando ero bimbetto, andava in giro con l’inseparabile San Bernardo.
Questo è un omaggio a loro e a tutti i fratelli amaranto che non ci sono più.
io li conoscevo bene causa gioco del biliardo, bravissimi entrambi, Bruno carattere molto fumantino mentre il figlio un gigante buono, una pasta d'uomo
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Etruria
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Re: Livorno anni 60

Messaggio da Etruria »

Foto bellissime
Grazie

Mi ha sempre colpito vedere le foto della salita in b
Volti felici,espressioni rilassate e distese
Livorno ovunque giocherai
Noi siamo della Nord e non ti lasceremo mai
E tutti uniti..

Magnozzi Stua Silvestri Merlo Bimbi Lessi Picchi
Lupo Balleri Maggini Miguel Cristiano Lucarelli IGOR
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piazza
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Re: Livorno anni 60

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Amarantite ha scritto: mar 8 mar 2022, 12:07Bruno carattere molto fumantino
Da vero livornese; io come detto l’ho conosciuto poco perché c’erano quasi due generazioni di differenza, ma era un personaggio nel quartiere.
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Bandera Amaranto
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Re: Livorno anni 60

Messaggio da Bandera Amaranto »

Bravi bimbi, teniamo sempre alta la memoria!
Alè alè Unione!!
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