Livorno in Coppa UEFA (2006-07)

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piazza
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Re: Livorno in Coppa UEFA (2006-07)

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Amarcord: quando il Livorno giocò in Europa

Se le coppe europee fossero esistite già prima della metà degli anni cinquanta, il Livorno non avrebbe dovuto attendere quasi un secolo per giocarle, anzi, gli sarebbe bastato il secondo posto in campionato ottenuto al termine della stagione 1941-42 per esordire in quella Coppa Uefa che gli amaranto conosceranno invece solo a metà anni duemila nell’unica e forse irripetibile esperienza continentale della loro storia.

Il Livorno 2005-2006 chiude la serie A al nono posto dopo un avvio più che brillante ed un finale di stagione meno limpido. La qualificazione Uefa a lungo sognata, dunque, resta una chimera per i toscani che però in estate hanno una bella sorpresa perché lo scandalo che travolge l’Italia del calcio e che verrà ribattezzato Calciopoli esclude dalle coppe, a causa delle forti penalizzazioni, Fiorentina e Lazio, sbatte la Juventus in serie B e promuove così il Livorno al sesto posto, utile per il primo e storico approdo in Europa. Certo, il campo aveva detto altro, ma nella città del cacciucco hanno poco da fare gli schizzinosi, anzi, si leccano i baffi al solo pensiero di poter debuttare finalmente in Europa dopo tanta attesa e dopo quei maledetti anni ottanta e novanta, passati ad arrancare fra serie D (dopo il fallimento), C2, C1, la maledizione di tanti playoff persi ed il ritorno in serie B solo nel 2002. In panchina c’è il romagnolo Daniele Arrigoni, in campo il bomber e capitano Cristiano Lucarelli, simbolo della squadra, della tifoseria e della città intera, oltre al portiere Marco Amelia, all’esperto stopper Fabio Galante e ad un centrocampo in cui spicca la stella di Stefano Fiore (ex Lazio e Nazionale), oltre al portoghese Vidigal. E se in campionato l’obiettivo resta la salvezza, l’avventura europea non pone limiti ai livornesi: si arrivi il più lontano possibile, ogni turno superato sarà un guadagno.

L’esordio in Europa del Livorno è datato 14 settembre 2006 allo stadio Ardenza contro gli austriaci del Pasching nel primo turno preliminare. Lo stadio è stracolmo, gli amaranto prendono subito in mano la partita e tra la fine del primo tempo e l’inizio della ripresa la vincono grazie ai gol del centravanti lituano Danilevicius e al raddoppio di Lucarelli per un 2-0 che rende il ritorno in Austria del 28 settembre una sorta di formalità che i toscani assolveranno pienamente con l’1-0 firmato dall’attaccante ivoriano Bakayoko. Gli uomini di Arrigoni sono qualificati alla fase a gironi e già questo è un traguardo importante, nonostante nessuno abbia voglia di fermarsi. E’ una Coppa Uefa strana quella dell’epoca, le squadre sono tante (troppe, probabilmente), i gruppi sono formati da 5 compagini e le gare sono di sola andata, si qualificano ai sedicesimi di finale le prime tre di ogni raggruppamento. Una formula che non piace quasi a nessuno e che finisce con l’annoiare il pubblico, soprattutto perché ci sono poche sfide interessanti e la gente preferisce aspettare la primavera e l’inizio degli scontri ad eliminazione diretta. A Livorno, però, tutto questo interessa poco, a loro piace qualsiasi cosa di quella manifestazione arrivata all’improvviso come un dono che ora vogliono godersi il più possibile. Il gruppo in cui sono sorteggiati i toscani comprende anche gli scozzesi dei Rangers, gli israeliani del Maccabi Haifa, i francesi dell’Auxerre e i serbi del Partizan Belgrado.

Il 19 ottobre il Livorno gioca la prima partita del girone A in casa contro i Rangers Glasgow che si impongono per 3-2 nonostante la doppietta di Lucarelli. L’inizio è complicato, il raggruppamento molto equilibrato e dunque sbagliare ancora potrebbe costar caro alla truppa di Arrigoni che il 2 novembre 2006 è chiamata a fare punti a Belgrado nella temibile tana del Partizan, catino infuocato come pochi altri. Gli amaranto tengono botta all’urto prorompente dei serbi e sembrano accontentarsi di uno 0-0 buono per il morale ed utile per la classifica; a venti minuti dalla fine, però, il muro italiano cade e il Partizan segna: sembra la fine di tutto, della partita e del sogno europeo che con una sconfitta non sarebbe accantonato ma certamente compromesso. La disperazione porta avanti i toscani che sperano in una mischia per agguantare il pareggio; punizioni, calci d’angolo, lanci dalla difesa, tutto è buono per assaltare la porta avversaria, ma tutto si rivela inutile. Fino al minuto 87 quando l’ennesima punizione dalla trequarti viene raccolta dal portiere Amelia che la spinge beffardamente in rete: ha segnato il portiere, ha pareggiato il Livorno, 1-1 e tutta Italia, livornesi in testa, sorride per la prodezza.

Il Livorno è ancora in corsa per la qualificazione, ma ora serve vincere per sbloccare ancor di più la classifica e l’occasione giusta sembra arrivare il 29 novembre quando gli amaranto ospitano il Maccabi Haifa nella gara sulla carta più agevole del girone. Il gol di Lucarelli illude i livornesi che commettono l’errore di non chiudere la partita, fallire il raddoppio troppe volte e sentirsi sicuri di un successo ormai acquisito. Ma, come aforisma di trapattoniana memoria ricorda, è meglio non dire gatto se non l’hai già messo nel sacco, ed allora ecco che puntuale arriva la doccia gelata per i toscani, raggiunti nel quarto minuto di recupero dal Maccabi e costretti a rimandare ancora l’appuntamento con la prima vittoria. Tuttavia, con tre posti a disposizione che valgono il passaggio del turno, la classifica del Livorno non pone ancora la parola fine all’avventura europea della formazione di Arrigoni che però il 14 dicembre dovranno non fallire l’appuntamento di Auxerre, in casa di una compagine certamente più esperta e con una maggior esperienza internazionale rispetto ai toscani, nonché con un punto di vantaggio in classifica. La partita è tirata, molto tattica, il Livorno attacca ma è attento a non scoprirsi, poi al 60′ arriva la solita perla di Lucarelli che segna il suo quinto gol europeo in 6 partite e porta la sua squadra ai sedicesimi di finale, poiché la classifica dopo l’ultima giornata recita così: Rangers 10, Maccabi Haifa 7, Livorno 5 (qualificate), Auxerre 4, Partizan Belgrado 1.

E’ festa grande a Livorno, gli amaranto sono qualificati ai sedicesimi di Coppa Uefa ed ora possono davvero divertirsi, poi vada come deve andare. La sosta invernale permette ai toscani di ricaricare le batterie e concentrarsi sul campionato dove, viceversa, le cose girano meno bene e la classifica è preoccupante, tanto che in primavera il presidente Spinelli avvicenderà in panchina Arrigoni con Orsi. La Coppa Uefa torna a febbraio e la sera di San Valentino più che uscire con l’innamorata, i tifosi del Livorno accorrono in massa allo stadio per seguire un altro affetto, quello calcistico, perché la formazione toscana gioca l’andata dei sedicesimi di finale contro i forti spagnoli dell’Espanyol di Barcellona, sfida sulla carta proibitiva. Ma la formazione livornese non vuole lasciare nulla di intentato, l’avversario sarà pure più forte, ma meglio rendergli la vita complicata il più possibile. L’Espanyol, però, è squadra astuta, scaltra, lascia sfogare il Livorno e poi lo colpisce poco prima della mezz’ora del primo tempo andando in gol su rigore. Ad inizio ripresa, poi, ecco anche il 2-0 della squadra iberica che di fatto chiude partita e qualificazione, anche se il gol di Galante nel finale regala qualche altra speranza al Livorno, chiamato però a compiere a Barcellona una vera e propria impresa.

I toscani, però, il 22 febbraio 2007 finiranno presto di crederci e già dopo un quarto d’ora di gioco si ritroveranno sotto di un gol, per poi subire il 2-0 nel secondo tempo. L’avventura finisce qua, il Livorno torna a casa fra gli applausi, nonostante la delusione per l’eliminazione, ma con la consapevolezza di aver fatto il massimo e forse qualcosa di più. L’undicesimo posto finale in campionato renderà anche più sopportabile la fine di quell’esperienza europea, unica, forse irripetibile, di sicuro entusiasmante per una piazza che da sempre vive il calcio con una passione purtroppo spesso inversamente proporzionale ai risultati.


Link: https://www.mediapolitika.com/2021/10/0 ... in-europa/






Il Livorno in Europa League: un sogno improvviso, con Amelia supereroe

Causa Calciopoli, nel 2006 il Livorno si ritrova qualificato in Europa: arriverà fino ai sedicesimi, dopo lo storico goal del portiere Marco Amelia.

Si programmano nel tempo. Ma sono anche improvvise. Le rivoluzioni partono dal basso, approfittano di una breccia nel sistema per poter concludersi con risultati positivi. Un nuovo inizio, una nuova via. Livorno e la sua mentalità cittadina sanno senza dubbio cosa voglia dire rivoluzione. E nel rossore dell'imbarazzo da Calciopoli, nel rosso sbadito di una bandiera italiana che ha appena festeggiato anche col verde e col bianco, nel 2006 la squadra portuale, la città e la gente si ritrova, improvvisamente in Europa League. Per la prima volta nella propria storia. Sembra passata un'era, rispetto ad oggi, con il Livorno che vede lo spettro della Serie D.

E' quasi inutile ricordare cosa sia accaduto nel 2006. Sia in positivo, vedi po-po-po al Circo Massimo con Cannavaro e soci su di giri, sia in negativo, vedi tribunali, meno trenta in classifica, Serie B e terza serie sfiorate. Lazio, Fiorentina e Juventus penalizzate, il Livorno, reduce da un grandioso campionato nella parte sinistra della classifica, usufruisce di quanto accaduto lontano dal campo e balza fino al sesto posto. Va addirittura meglio al Chievo che si ritrova nei preliminari di Champions, mentre il Palermo è quinto. Provinciali alla riscossa, lotta di classe quasi senza volerlo.

La Serie A è ancora quel micro-mondo in cui ogni squadra, o quasi, può contare su un campione. Nel vero senso della parola. Ci sono le sette sorelle, o quello che ne rimane, ma oltre il pianeta degli dei, i goal fioccano, così come le grandi giocate. A Messina segna Riganò, a Cagliari corre Suazo, in Sicilia stupisce Spinesi. A Livorno, invece, c'è chi ha rifiutato il milardo, che verrà convertito in milione, ed è stato tra i migliori realizzatori della passata annata. Si confermerà, buttandosi nella selva europea e gonfiando reti in Italia. Cristiano Lucarelli, ovviamente.

E' Lucarelli il capitano, il bomber, il simbolo e il faro di una squadra che nel calciomercato estivo, a metà tra la consapevolezza improvvisa di dover giocare l'Europa e lo sguardo al futuro, ingaggia Pasquale dall'Inter, un vecchio campione come Kuffour, dalla Roma, il duttile Cesar, sempre dai nerazzurri, la speranza Knezevic e il rodato Rezaei.

In panchina c'è Daniele Arrigoni, scelto da Spinelli un anno dopo Cagliari. E' maggio quando il tecnico ex rossoblù approda in Toscana ed il caos Calciopoli non è ancora stato liberato sulla faccia della terra. A conquistare l'Europa League è stato il mastro maestro di tutto il calcio italiano, Carlo Mazzone. L'ha conquistata sul campo? Non letteralmente, vista la classifica stravolta, ma la parte mancina della classifica sembra comunque essere un grande risultato. Non abbastanza per il vulcanico Spinelli, che sceglie un nuovo allenatore per il futuro.

Accantonate le idee Beretta, Di Carlo e Zenga, Arrigoni torna in pista dopo lo sfortunato addio al Torino, fallito dopo aver avuto come guida in pre-campionato proprio l'allenatore romagnolo. Confermato a maggio 2006 come tecnico del Livorno, si ritrova in Europa dopo le sentenze dei tribunali. E c'è da rivoluzionare le proprie idee, le aspettative della piazza, c'è da camminare per le strade con la consapevolezza di sentire tanti 'De' mister'. De' desiderosi di non essere una macchia sbiadita nella storia, ma un colore forte, amaranto.

Il Livorno entra nel mondo europeo con i piedi per terra ma lo sguardo alto di chi non ha niente da perdere, ma allo stesso tempo sa di quanto conti essere lì per i propri tifosi. Fortunatamente, l'urna porta il Pasching come primo ostacolo, squadra austriaca di non troppe pretese. E' un sorteggio estivo fortunato, che 14 settembre 2006 vede Lucarelli e compagni scendere in campo al Picchi. Pronti via, subito 2-0. Ovviamente la firma è quella di Cristiano, unita ad una rete di Danilevicius che praticamente mette il club già con un piede e mezzo nella fase succesiva. Cosa effettivamente confermata con l'1-0 nel ritorno dei preliminari, vinto in terra austriaca grazie al centro di Bakayoko.

Così, le vere porte d'acciaio, impenetrabili per centinaia di squadre professionistiche, cadono. Alla prima partecipazione europea, il Livorno non può però ovviamente essere testa di serie. Nè può finire in prima fascia. E tantomeno in seconda. Così, nell'urna, il Livorno si presenta come in quarta. Tradotto, entrare in un girone di squadre abituate a giocare continuamente in campo continentale, magari anche avvicinandosi ai successi d'elite.

L'urna non può essere fortunata, visto il numero quattro come testa di serie. Anzi, poteva esserlo, ma sarebbe stata dura, durissima. Così il calcolo delle probabilità agisce e 'regala' al Livorno una grandissima di Serbia come il Partizan, una regina di Scozia come il Rangers, ma anche due pericolose compagini continentali abituate a lottare con le unghie e con i denti in Europa. Da Israele, il Maccabi Haifa e dalla Francia, l'Auxerre.

Il Livorno è la vittima sacrificale, legata ai polsi sull'altare per essere colpita più e più volte. Per il suo presidente forse è un po' troppo giocare in Europa, visto il dispendio di energie in vista della Serie A e i pochi danari in arrivo dai piani alti dell'UEFA. La squadra però al suo interno molti giocatori che sognano da anni un'opportunità così e non vogliono mollare un centimetro, spinti dal popolo, da chi vede la squadra come rappresentazione dal riscatto sociale nei confronti di big e padroni del calcio.

Davanti a più di 13.000 spettatori, il 19 ottobre 2006 arriva al Picchi la comitiva scozzese dei Rangers. L'entusiasmo è tanto, forse troppo. Sembra quasi che l'essere matricola non sia più tale, la consapevolezza cade colpita sotto i colpi di un club centenario e messo al muro nei giorni precedenti. Guai a voi se sbagliate, non potete sbagliare. E il club di Glasgow non sbaglia, quasi dal velluto. Al Picchi chiude il primo tempo sul 3-1, con il rigore del solito Cristiano Lucarelli in mezzo ad alleviare le sofferenze di chi mentalmente sognava, o per meglio dire, si era convinto di poter sognare, un altro successo in Europa.

Successo che non arriva, perchè il goal del definitivo 3-2 segnato da Lucarelli arriva solo al 90', dopo che l'accelatore sul piede scozzese è stato levato per quasi tutta la ripresa. Si torna quindi ad essere più umili in vista del proseguo di campionato, intervellato da un campionato di Serie A meno esaltante rispetto al precedente, nella norma, oscillante tra parte sinistra e destra della classifica.

La prima trasferta dei gruppi, sempre in periodo autunnale, è nella bolgia di Belgrado. Il Livorno ha una bella squadra quadrata. Vidigal e Morrone in mezzo, Galante e Pasquale in difesa, l'esperienza di Kuffour sulla fascia e in porta un Campione del Mondo come Marco Amelia. In Germania non è mai sceso in campo, ma se ne è andato da Berlino comunque con la medaglia d'oro al collo. Una gioia impossibile da superare. Forse, soggettivamente, qualcuno dirà diversamente.

Anche a Belgrado, il Livorno va in svantaggio. Mirosavljević trafigge Amelia al 71' e dopo due gare l'avventura europea sembra già segnata. Mancano venti minuti e urge pareggiare per tenere vive le speranze di poter proseguire la competizione. Le occasioni latitano, ma il genio arriva quando meno te lo aspetti. Come le rivoluzioni, le intuizioni.

Anni dopo, Amelia, racconterà a 'dimarzio.com', quel momento:

"Non faccio mai le cose in modo avventato o irresponsabile. In quel caso era un rischio calcolato. Nessuno voleva che andassi a saltare in area, perché era troppo presto: non eravamo neanche nel recupero. Ma il mio sesto senso mi diceva che era l'occasione buona per aiutare la squadra a fare gol. Sapete tutti com'è andata a finire...".

Lo sanno tutti, o quasi. Meglio ricordarlo, per sicurezza. E' il minuto 87, calcio di punizione dalla sinistra. Palla al centro, Amelia stacca di testa e Ivica Kralj viene trafitto. Uno dei pochi portieri ad essere colpito in maniera fredda e letale da un collega. L'umiliazione più grande, probabilmente. Anche per i tifosi di casa, furenti per il pari, rabbiosi per la mancata vittoria, imbestialiti per essere stati raggiunti da un portiere.

Il goal di Amelia è di fatto quello che permette al Livorno di tenere vive le speranze e di continuare a sperare nel proseguo dell'Europa League. Quando hai uno come Cristiano Lucarelli in attacco e la foga di un evento così particolare come il goal di un portiere, allora diventi consapevole di poter abbattere ogni barriera. Molte però sono di diamante, difficile da tagliare, dure, durissime. Nononostante il bomber di Arrigoni sia sempre lì, neanche contro il Maccabi Haifa non arriva il primo successo:beffa al 93' e niente da fare. Solamente 1-1 al Picchi e zero vittorie tra le mura casalinghe, prima della trasferta transalpina contro l'Auxerre.

Il Partizan ha un punto in classifica, il Livorno due, l'Auxerre quattro, mentre Rangers e Maccabi Haifa sette. Sono tre le squadre che passeranno ai sedicesimi di finale e sia scozzesi che israeliani hanno già strappato il pass per la fase successiva prima dei 90' finali. Manca solo un posto e la squadra francese è la favoritissima, vista la possibilità di giocare tra le mura amiche.

Ma il primo tempo è avaro di emozioni e la possibilità di passare il turno diventa sempre più possibile. Difficile, certo, perchè bisogna segnare, ma non c'è nessuna rimonta da compiere, nessun goal da recuperare in fondo al sacco. Al 59' Lucarelli, come Amelia, di testa, sulla destra, insacca. Corsa ad abbracciare il suo popolo, arrivato in massa allo Stadio Abbé-Deschamps. Dal labiale di bomber e tifosi tanti versi, poche frasi interpretabili. Poco importa, ovviamente.

Cade il Palermo, non cade il Parma. Gli emiliani, insieme ad un Livorno vittorioso in terra Auxerre e dunque terzo in graduatoria, giocheranno i sedicesimi di finale. Neanche il tempo di esultare però, però i toscani, che arriva la doccia fredda: il Picchi non potrà ospitare la gara contro l'Espanyol, pescata nell'urna, a causa di uno stadio non a norma. Improvvisamente, visto che il decreto Pisanu è appena entrato in vigore: la sicurezza non è garantita, dopo la morte di Filippo Raciti nella guerriglia tra Catania e Palermo non sono ammesse deroghe.. Lucarelli è basito:

"Chi ha permesso questa farsa ora deve avere il coraggio di venirlo a spiegare alla gente. Ce ne ricorderemo alle prossime elezioni".

Senza i propri tifosi, il Picchi è ancora terra di altri, e non livornese. L'Espanyol lo espugna con le reti di Pandiani e Moha: Galante, a fine gara, non basta. Abbattuto per la mancanza dei propri fans e stanco per le gare ogni tre giorni, il Livorno non riesce nell'ennesima impresa, uscendo sconfitta in terra catalana dalle reti di Lacruz e Coro. E' la fine di un sogno, per tanti. Non per tutti.

Spinelli non ha mai vissuto l'Europa come una benedizione, l'abbiamo accennato. E' una competizione in più in cui stancarsi, senza avere grandi prospettive davanti. Prima della gara contro l'Auxerre, storica per il popolo, il presidente non le manda a dire, praticamente scioccando tutti:

''Mi auguro di uscire dalla Coppa Uefa, l'obiettivo di quest'anno è il campionato. Mercoledì abbiamo la Coppa Italia, sabato giochiamo contro uno squadrone come il Palermo, poi dovremo volare ad Auxerre: non siamo in condizioni di potercela fare.. Le squadre come la nostra non possono giocare ogni tre giorni. Ci manca la qualità, siamo costretti a far scendere in campo sempre gli stessi 13 o 14 uomini. Noi abbiamo puntato su 27 giocatori quest'anno, di cui probabilmente sei li abbiamo sbagliati: non hanno le qualità per permettere ai titolari inamovibili di riposare. Se l'anno prossimo avremo 22 titolari veri, credo che allora si potrà partecipare a coppe e campionato. Quest'anno non è cosi. Giocando in Uefa il Palermo sta perdendo terreno in campionato anche loro hanno una squadra e mezzo come noi, non due. Chi ha sbagliato sul mercato? Il tecnico non c'entra, i giocatori li scegliamo io e miei dirigenti: alcuni sono ritornati, molti li abbiamo presi. Dobbiamo sostituire cinque-sei giocatori in una rosa di 26 che pensavamo andasse bene. L'allenatore viene solo consultato da noi, ci indica i ruoli e noi li cerchiamo. Ovviamente è difficile riuscire ad arrivare alle prime scelte''.

Il presidente del Livorno esce dall'Europa League ai sedicesimi, dopo che la città e i suoi tesserati hanno provato in tutti i modi ad andare avanti. Spinti oltre l'ostacolo da chi ha a cuore la rivoluzione e la capacità di sfruttare la breccia nel muro. Lucarelli, Galante e compagni sì, riescono a giocare ogni tre giorni, sudore sulle spalle e gambe a mille all'ora. In mezzo i pianeti si allineano per far segnare Amelia, che oggi allena il Livorno. In mezzo si sogna, ci si abbraccia, si spera di andare sempre più in là, contro lo status quo.


Link: https://www.goal.com/it/notizie/livorno ... 3wulp88u70






Il sogno europeo del Livorno

A Livorno esiste un giornale caratterizzato da una rubrica contenente il brillante e dissacratorio umorismo cittadino in cui i proverbi fanno da padrona. In questa accezione uno di questi ironicamente dice: “Senza lilleri non si lallera’’. Tradotto: “senza soldi non vai molto lontano “. In un mondo calcistico oggigiorno dominato dal dio denaro incontriamo la storia di una squadra che ha conosciuto un panorama del tutto nuovo, un po’ per caso, un po’ solleticati dall’orgoglio di rendere omaggio a tale competizione: parliamo della storia tra il Livorno e la oramai ex Coppa Uefa.

Nell’estate del 2006 il calcio italiano era fortemente travagliato a causa dello scandalo Calciopoli: furono diverse le squadre a pagarne dazio, in primis la Juventus, retrocessa in Serie B con penalizzazione, senza dimenticare il Milan, la Fiorentina, Lazio. Un movimento calcistico colpito, ma non affondato grazie al trionfo di Berlino della nazionale di Marcello Lippi. Anche grazie a delle penalizzazioni, al termine della stagione 2005/2006 la squadra amaranto terminò all’ottavo posto in classifica ritrovandosi proiettata al turno preliminare di Coppa Uefa, con la possibilità di confrontarsi con altre realtà del panorama europeo. Il Livorno non sarà l’unica italiana all’interno della competizione, come compagni di viaggio ci saranno anche Palermo, Parma e Chievo Verona (precedentemente eliminato dal terzo turno preliminare della Uefa Champions League).

Uomini chiave e prime gioie europee

Una società che solo pochi anni prima lottava fra le retrovie dei campionati italiani comincia il proprio cammino europeo in una sera di settembre. La squadra avversaria viene da una piccola località dell’Austria, di nome Linz: gli austriaci del Pasching hanno punti in comune con il Livorno, difatti anch’essi sono in terra continentale da pochissimo tempo. In una calda serata d’estate Danilevicius e Cristiano Lucarelli regalano la prima gioia europea della storia della città, con una pratica conclusasi nel match di ritorno dinanzi a 1000 tifosi al seguito, col gol vittoria di Ibrahimi Bakayoko, mattatore di serata, e ceduto nella successiva finestra di mercato invernale, reo di non aver retto il confronto e non aver trovato spazio contro i titolarissimi colleghi d’attacco Cristiano Lucarelli e Raffaele Palladino (in prestito dalla Juventus).

Il 99 amaranto è nato e cresciuto a Livorno, divenuto icona dell’ambiente toscano, dopo diverse esperienze lontano da casa con le maglie di Atalanta, Valencia, Lecce e per ultima Torino, torna nell’estate del 2003 in toscana, risolvendo una comproproprietà che legava il proprio cartellino alle due società, decurtandosi drasticamente lo stipendio e sposando il progetto della sua città, seppur retrocessa in cadetteria. Lucarelli lascerà Livorno proprio al termine della sua prima stagione europea, confezionando 101 reti in 158 presenze. Anche se tornerà nuovamente a casa, in una porzione di stagione non degna delle precedenti, negli ultimi scampoli di carriera. Forse è anche da uomini così, accompagnati dall’onnipresente Stefano Morrone, giocatore con più presenze dell’annata (47) che nasce e si radica il sogno europeo di quel Livorno.

La squadra del patron Spinelli si presenta al sorteggio dei gironi di coppa tenutosi a Lione in quarta fascia, e senza aspettative esagerate. All’interno del girone A pesca gli scozzesi del Glasgow Rangers, i francesi dell’Auxerre, i serbi del Partizan di Belgrado e gli israeliani del Maccabi Haifa. Le modalità della ex Coppa Uefa prevedevano accostamenti e match prettamente diversi dall’Europa League che oggi conosciamo. Prima di tutto i gironi erano otto e le squadre cinque, definiti dalle lettere A-H (oggi sono dodici con quattro squadre per girone). Altra differenza, oggi passano le prime due, mentre prima della rivoluzione del 2009 passavano le prime tre classificate.

Incontri speciali

I primi confronti del girone risultano ardui, gli amaranto faticano a raccogliere punti, seppur proponendo prestazioni abbastanza convincenti. Il brio immesso non è sufficiente ad evitare la sconfitta seppur prevedibile con gli scozzesi del Glasgow, ma la grinta calcistica riconosce gli sforzi compiuti, regalando una gioia che sa di speciale, come l’improbabilissimo gol del portiere Marco Amelia. Una marcatura che permette al Livorno di raggiungere il pareggio nel secondo match del girone contro i serbi del Partizan di Belgrado.

Cosa succede quando riesci nell’inaspettato? Cavalchi l’onda, perché quel mondo lo stai appena conoscendo, e quel mondo ti sta piano piano apprezzando: continui e conquisti un pareggio contro il Maccabi Haifa tra le mura amiche dell’Armando Picchi, e prosegui con una vittoria importantissima nell’ultima partita del girone contro i francesi dell’Auxerre, grazie al goal di Lucarelli. Il Livorno dopo novantun’anni di storia è faticosamente qualificato ai sedicesimi di finale della Coppa Uefa.
L’epilogo del sogno europeo arriverà proprio in questo turno, i labronici usciranno a testa alta contro i catalani dell’Espanyol, squadra nettamente superiore che terminerà il proprio cammino in finale contro il Siviglia arrendendosi soltanto ai calci di rigore nella finale di Glasgow (con la soddisfazione di aver eguagliato un record, anche se amaro sotto certi aspetti, ossia perdere un trofeo senza incassare nessuna sconfitta). Un motivo di orgoglio in più per una squadra che a completamento del quadro stagionale parallelamente al cammino europeo conseguirà un onesto dodicesimo posto a quota 43 punti, collezionando peraltro un po’ di rammarico per l’eliminazione dagli ottavi di finale di Coppa Italia, pervenuta nel doppio confronto con l’Arezzo militante in Serie B.

Il ricordo di quelle notti speciali resta vivo nel cuore e nella mente di chi un po’ ha sognato realmente, di chi è andato allo stadio a sostenere la squadra e di chi ha gioito. Fu senza dubbio la storia di una piccola dimensione calcistica, adornata dalla passione di una rosa e di un popolo estraneo a certi ambienti. Una storia di campo, che rispose alla crisi derivata dallo scandalo di Calciopoli, restituendo smalto ad un calcio quanto mai bisognoso di una catarsi.


Link: https://www.numero-diez.com/il-sogno-eu ... l-livorno/
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MaxLabro
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Re: Livorno in Coppa UEFA (2006-07)

Messaggio da MaxLabro »

piazza ha scritto: dom 27 mar 2022, 12:59 Spinelli non ha mai vissuto l'Europa come una benedizione, l'abbiamo accennato. E' una competizione in più in cui stancarsi, senza avere grandi prospettive davanti. Prima della gara contro l'Auxerre, storica per il popolo, il presidente non le manda a dire, praticamente scioccando tutti:

''Mi auguro di uscire dalla Coppa Uefa, l'obiettivo di quest'anno è il campionato. Mercoledì abbiamo la Coppa Italia, sabato giochiamo contro uno squadrone come il Palermo, poi dovremo volare ad Auxerre: non siamo in condizioni di potercela fare..
Senza parole.
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Marchino66
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Re: Livorno in Coppa UEFA (2006-07)

Messaggio da Marchino66 »

Grazie Piazza ora mi riguardo tutto di buzzo bono.
Questo forum sta diventando un'enciclopedia!!!!
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Mascalaito
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Re: Livorno in Coppa UEFA (2006-07)

Messaggio da Mascalaito »

Marchino66 ha scritto: gio 31 mar 2022, 20:18 Grazie Piazza ora mi riguardo tutto di buzzo bono.
Questo forum sta diventando un'enciclopedia!!!!
Veramente.
Questo sulla coppa uefa poi è favoloso.
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piazza
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Re: Livorno in Coppa UEFA (2006-07)

Messaggio da piazza »

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Dattero
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Re: Livorno in Coppa UEFA (2006-07)

Messaggio da Dattero »

Poi ci sono quelli col blasone che hanno vinto la mitropa. Voi mette?
Cianciua ci fai veni' l'antua
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quinto moro
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Re: Livorno in Coppa UEFA (2006-07)

Messaggio da quinto moro »

Dattero ha scritto: mar 5 apr 2022, 18:57 Poi ci sono quelli col blasone che hanno vinto la mitropa. Voi mette?
Addirittura due di mitrope…capace c’avranno una sala trofei a parte :mrgreen:
Livorno la mia vita...non solo alla partita...
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