Alè Livorno https://www.ale-livorno.com/ Forum e Sito di Informazione Indipendente sul Livorno Calcio Thu, 30 Jun 2022 08:24:24 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.0.1 Non piegare un istante giammai https://www.ale-livorno.com/2022/06/30/non-piegare-un-istante-giammai/ Thu, 30 Jun 2022 08:24:21 +0000 https://www.ale-livorno.com/?p=743 Piangersi addosso non ha mai fatto parte del DNA di noi livornesi. Non lo abbiamo mai fatto, neanche nei giorni più bui della nostra ultracentenaria storia calcistica. In ogni circostanza abbiamo saputo rialzarci, feriti ma mai domi, con l’orgoglio e la consapevolezza che gli eventi ci avevano piegato ma non spezzato. Inutile dilungarsi sui tanti […]

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Piangersi addosso non ha mai fatto parte del DNA di noi livornesi.

Non lo abbiamo mai fatto, neanche nei giorni più bui della nostra ultracentenaria storia calcistica. In ogni circostanza abbiamo saputo rialzarci, feriti ma mai domi, con l’orgoglio e la consapevolezza che gli eventi ci avevano piegato ma non spezzato.

Inutile dilungarsi sui tanti torti subiti e comunque, prima di proseguire, ci preme sottolineare che, anche se si tratta soltanto di calcio, non ci piangeremo addosso neanche questa volta.

La vicenda Tau-Figline pare essere in dirittura d’arrivo. Siamo finalmente giunti alle porte con i sassi. Purtroppo però, dopo il clamore iniziale che aveva coinvolto testate nazionali ed internazionali, sembra ora esserci una sorta di silenzio imposto, un raffreddamento probabilmente generato ad arte dalla stessa mano dei colpevoli.

Prendiamo slancio da un post di Cristiano Lucarelli su Instagram che descrive così la situazione:

Il silenzio e la mancata presa di posizione del Comitato regionale Toscano sul caso è inaccettabile ed inquietante. Non si pensi di mettere la testa sotto la sabbia e di minimizzare l’accaduto, perché un caso pubblicato pure su ‘Striscia la notizia’ che penalizza una squadra e una città con la storia di Livorno si nasconde male… Dovessero ‘tutti’ rimanere impuniti si aprirebbe un precedente pericolosissimo per il calcio italiano, una sorta di libera tutti…

Cristiano Lucarelli

Il nostro bomber ci ha sempre messo la faccia e, nonostante di mestiere faccia l’allenatore di una squadra di serie B, continua ad essere parte attiva della rinascita amaranto.

Vorremmo soffermarci proprio su questo aspetto, coinvolgendo, se possibile, il maggior numero di personaggi della nostra città, dalle istituzioni a tutti coloro che, in modo particolare sui social, smuovono l’interesse di migliaia di persone.

É il momento di rimboccarci per l’ennesima volta le maniche e lottare tutti insieme per ricordare al mondo intero la meschina frode sportiva andata in scena ad Altopascio in una partita di pallone tra dilettanti, per di più al cospetto degli sguardi sorpresi ed increduli di molti bambini delle scuole calcio.

Crediamo che indipendentemente dal contesto e dalla categoria si tratti di una delle più grandi truffe perpetrate ai danni degli avversari e della stessa disciplina, una goffa messa in scena che non può cadere nel dimenticatoio e restare impunita

Per questo, come già detto, sarebbe opportuno che, dopo il nostro Cristiano, anche altri illustri concittadini prendessero nuovamente posizione e continuassero a dare eco alla vicenda in questi che sono i giorni decisivi.

C’è in ballo un salto di categoria, ciò che non siamo stati in grado di conquistare sul campo, anche in virtù di un regolamento quantomeno discutibile. C’è in gioco la reputazione di uno sport e di tutto il movimento che riesce a generare.

Il Livorno Calcio, i suoi tifosi e tutta la città esigono rispetto e giustizia.

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Pomezia – US Livorno 2-1 (7-5 dcr) https://www.ale-livorno.com/2022/06/20/pomezia-us-livorno-2-1-7-5-dcr/ Mon, 20 Jun 2022 12:34:57 +0000 https://www.ale-livorno.com/?p=739 Ultimo atto della stagione più masochista della storia calcistica livornese. Alla sofferenza ci siamo abituati eppure i nostri riescono ancora a stupirci inventandosi sempre nuovi modi per perdere. Originali. Pulidori 6,5Sul gol del 2 a 0, se stoppate il video al momento dell’uscita, potete notare che a un certo punto assume la postura di una […]

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Ultimo atto della stagione più masochista della storia calcistica livornese. Alla sofferenza ci siamo abituati eppure i nostri riescono ancora a stupirci inventandosi sempre nuovi modi per perdere. Originali.

Pulidori 6,5
Sul gol del 2 a 0, se stoppate il video al momento dell’uscita, potete notare che a un certo punto assume la postura di una siuski a regola d’arte. Ma invece di affondare è proprio lui a tenerci a galla fino ai rigori, dove, tra l’altro ne para due.

Palmiero 2
Se gli vanno via da tutte le parti su quella fascia non è colpa sua, ma di chi lo mette in campo. Anche perché è così da mesi. Al ragazzo non mi sento di dirgli nulla tranne che su indeed.com cercano un tirocinante in digital marketing. Il candidato ideale deve possedere una mentalità analitica ed essere in grado di lavorare per obiettivi in un team. Portagli il curriculum. Magari però, per quella storia degli obiettivi in un team, sarebbe meglio omettere la tua ultima occupazione.

Giampà 5
Partecipa attivamente alla prima maxi rissa della partita dove si prende un giallo solo per trovarsi nei paraggi di un paio di tagliagole del Pomezia. Imbizzarrito come un cavallo vicino al fuoco, comincia a nitrire e scalciare dalla paura finché il mister non lo toglie per sicurezza.

Dal 46′ Ghinassi 5
A inizio stagione non c’erano molte possibilità che quest’uomo si sarebbe ritrovato a fine giugno in un paesello del Lazio a tirare il calcio di rigore decisivo della nostra stagione, ma la vita si sa è imprevedibile. Invece era molto più prevedibile che lo sbagliasse, il rigore.

Russo 4,5
Da quando sono salite le temperature le sue prestazioni sono calate di brutto. C’era da aspettarselo da uno abituato al clima rigido di Mosca. Il suo errore principale è quello di essersi beccato l’espulsione dopo la fuga del suo diretto avversario, il suo merito quello di averlo steso fuori dall’area di rigore.

Giuliani 5
Terzino, centrale, all’occorrenza anche imbianchino o manovale. Se vi serve un lavoro veloce e fatto male è l’ideale, costa pure poco. Pensateci.

Dal 56′ Petronelli 4
Dovrebbe spaccare la partita e invece spacca le infradito sul calcio di rigore, procurandosi una probabile frattura dell’alluce. Capisco che ti sei ambientato bene a Livorno, ma almeno per il penalty gli scarpini te li potevi mettere.

Gargiulo 4
Con la squadra avversaria in 10 per quasi 90′ non si sposta mai dalla sua mattonella e non propone mai niente all’infuori di passaggi orizzontali oppure verticalizzazioni per i raccattapalle. La rima mi viene facile ma adesso che è finita spero davvero che tu segua il tuo destino. Che poi è lo stesso di Baglioni e di Randazzo.

Apolloni 5
Spreca malamente davanti al portiere, poi si procura un rigore che probabilmente ha visto solo l’arbitro. Coinvolto anche lui nelle profonde riflessioni scaturite da quel salotto di intellettuali che è il Pomezia Calcio, viene sostituito prima che possa esporre la sua tesi sull’ordine mondiale.

Dal 54′ Gelsi 6
Doveva fare il trequartista ma per una strana combinazione di moduli, espulsioni e incomprensioni si ritrova terzino. Tira il rigore con la freddezza di un Lipperlì al limone appena tirato fuori dal freezer.

Pecchia 5,5
Praticamente il nostro giocatore più veloce è stato un tempo in mezzo al campo, mentre ci asfaltavano sulla fascia. Quando infine viene schierato sulla corsia di destra ne avevamo già presi due e il riso era cotto a puntino.

Frati 5,5
Per ottenere il perdono dell’abate di Montenero dopo i moccoli che gli sono usciti dalla bocca in seguito alla traversa colpita sarà costretto a percorrere per un mese il cammino di Santiago con un cilicio applicato alla coscia. In bocca al lupo.

Torromino 4
Cross sbagliati: tutti.
Tiri: uno. Con pallone ritrovato a Ladispoli.
Smette di correre verso l’ora di gioco. Una volta in panchina riprende le sue attività imprenditoriali nel settore della coltivazione della cannabis legale comprando un negozio chiamato Zia Maria. Non mi faresti passare l’incazzatura nemmeno se me ne regalassi una tonnellata.

Vantaggiato 3
Oltre ad essere la cosa più lontana che esista dalla velocità, non riesce neanche più a fare quella specie di corsetta lenta a cui ci aveva abituato. Alla deriva per 120 minuti, resta in campo solo per battere il primo rigore della serie. Che tira esattamente allo stesso modo di quello che aveva sbagliato col Tau. Almeno adesso che è finita potrà finalmente realizzare il suo sogno e aprire una norcineria.

Dal’ 81′ Ferretti 5,5
Gli capita una buona occasione che sceglie di sprecare esibendosi in una mezza rovesciata degna del peggior Braken.

Mr. Angelini 2
Sin dal suo arrivo ha dato prova di essere all’altezza masochistica della situazione, riuscendo ad arrivare terzo su tre nel mini girone dei playoff, per poi protrarre la sofferenza fino ai rigori a oltranza negli spareggi nazionali dopo quasi 90’ minuti con l’uomo in più. Il tutto continuando a compiere sempre gli stessi errori di formazione. Adesso puoi tornare in Romagna e mettere Palmiero terzino accanto ai nani del giardino di casa.

Nella foto: il nano da giardino per la casa di Angelini, omaggio di Masochismo Amaranto.

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Rialzarci ancora una volta https://www.ale-livorno.com/2022/06/20/rialzarci-ancora-una-volta/ Mon, 20 Jun 2022 12:17:54 +0000 https://www.ale-livorno.com/?p=736 Fa male risvegliarsi oggi, fa dannatamente male. Dopo una stagione infinita, dopo un lungo ed inesorabile declino, finisce nel peggiore dei modi. Il Livorno, dopo un bel guizzo di orgoglio nel secondo tempo della gara di andata e galvanizzato dal gol vittoria all’ultimo secondo, sbaglia tutto ancora una volta e sfodera la peggiore prestazione dell’anno. […]

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Fa male risvegliarsi oggi, fa dannatamente male.

Dopo una stagione infinita, dopo un lungo ed inesorabile declino, finisce nel peggiore dei modi. Il Livorno, dopo un bel guizzo di orgoglio nel secondo tempo della gara di andata e galvanizzato dal gol vittoria all’ultimo secondo, sbaglia tutto ancora una volta e sfodera la peggiore prestazione dell’anno.

Nonostante tutto, sono i nostri “vecchi nemici” calci di rigore a sancire la fine definitiva, quasi fosse un ulteriore smacco o punizione per averci provato fino in fondo.

Prima di addentrarsi nella cronaca della partita, vale la pena di parlare dell’atmosfera d’insicurezza che si è creata nell’ambiente amaranto nel periodo antecedente questa finalissima.

Perché nonostante ogni tentativo di tenere unito il gruppo da parte dei tifosi e degli addetti ai lavori, abbiamo assistito a dipartite di giocatori, voci incontrollate su qualsiasi membro della squadra, continui chiacchiericci sull’integrità dello spogliatoio e dichiarazioni incomprensibili da parte di chi avrebbe dovuto condurre la squadra in serie D.

A frittata compiuta infatti, impossibile non pensare a mister Angelini, dal quale traspariva la rassegnazione più totale per l’incapacità di gestire la situazione, ormai da un mese abbondante.

Per l’appunto, entrando nel merito della partita, c’è da sottolineare che anche stavolta il nostro allenatore ci mette del suo, sbagliando come al solito la formazione iniziale, insistendo con un cervellotico 4-2-3-1 e regalando nuovamente la fascia destra, terreno di conquista per le squadre avversarie durante tutta la stagione.

Il Livorno parte male e rischia tantissimo con un intervento dubbio di Russo in area di rigore (l’arbitro lascia proseguire tra le vibranti proteste dei palustri) e gli animi sono subito bollenti, con il Pomezia che si tuffa anima e corpo nel solito teatrino disgustoso già visto domenica scorsa.

Stranamente però, la terna arbitrale a questo giro non perdona loro nulla e al 10 minuto un gollettone di Ruggiero, viene punito con il cartellino rosso.

A quel punto i protagonisti diventano i tifosi di casa che danno vita ad un orripilante show nostalgico del ventennio, con annesso lancio di oggetti verso i supporters amaranto.

La partita viene sospesa per circa un quarto d’ora, dato che gli addetti alla sicurezza rimangono impassibili con le braccia conserte o le mani sui fianchi ad assistere orgogliosi alla scena.

Purtroppo sapevamo che in queste lande desolate saremmo state vittime di queste provocazioni, ma è comunque inconcepibile che l’Italia continui ad essere piena di fascisti facinorosi, venuti allo stadio con l’unico scopo di sfoggiare con orgoglio la loro totale sudditanza alla pagina più buia della storia del nostro Paese, fregandosene altamente della partita e del sostegno ai giocatori di casa.

Fa inoltre rabbrividire che in tutto questo, gli agenti di polizia presenti, così solerti nell’identificare e perquisire ogni tifoso livornese, siano stati così superficiali da non accorgersi che questi fascistelli locali avessero con loro un arsenale che hanno indisturbatamente riversato addosso ai labronici al seguito.

Alla fine riprende il gioco e nonostante tutto, pensiamo che ora la strada sia in discesa, visto che siamo in superiorità numerica in campo e che sugli spalti le provocazioni non hanno sortito l’effetto voluto, cioè quello di far sospendere la partita a causa delle nostre reazioni.

Purtroppo il Pomezia capisce in poco tempo che contro di noi è molto più semplice giocare a calcio con cuore e carattere e il Livorno sparisce dal campo per il resto della partita.

Dalla tanto agognata fascia destra citata ad inizio articolo, si consuma un uno-due micidiale che porta i padroni di casa sul 2-0. E sulla prima rete i nostri tifosi sono addirittura costretti a subire l’ennesima esultanza provocatoria e gratuita dell’autore del gol, che pensa bene di andare a gioire proprio sotto il nostro settore.

Nel mezzo alle due reti, un’occasione colossale sprecata da Apolloni, ma per il resto è notte fonda. Prima della fine del primo tempo, il mister ci regala un’altra perla, giocandosi una sostituzione allo scadere, togliendo Palmiero e scalando Pecchia nella sua posizione. Meglio tardi che mai.

La speranza è quella di assistere ad un secondo tempo sulla stessa falsa riga della partita di andata ed infatti il Livorno parte subito con l’acceleratore a manetta, guadagnandosi un calcio di rigore (molto generoso ad essere onesti) al quarto minuto. Stavolta Vantaggiato non sbaglia e si va sul 2-1.

Davanti ci sono 40 minuti più recupero da giocare in superiorità numerica, contro una squadra di dilettanti che ha dato tutto nel primo tempo. Tuttavia è chiaro sin da subito che i nostri giocatori non vogliono forzare la mano e si accontentino di portare la gara ai tempi supplementari, forse convinti che a quel punto il nostro strapotere fisico prevalga.

Tutto bello, se non fosse che la squadra non spinge più e rimane comunque troppo schierata col baricentro alto e il Pomezia, giocando sempre di rilancio, fa scappare puntualmente le due punte in contropiede.

All’ennesimo lancio, Russo è costretto al fallo da ultimo uomo completando così la resurrezione del Pomezia. Rimane come unico rimpianto la traversa di Frati, ma era doveroso fare molto di più.

Si va così ai supplementari, un’interminabile agonia, con i giocatori di casa falcidiati comprensibilmente dai crampi, ma che negli ultimi 15 minuti incredibilmente, rischiano di segnare in ben 3 occasioni.

Ci tiene a galla Pulidori e arriviamo così ai calci di rigore. Ovviamente come detto finisce nel peggiore dei modi, ma a quel punto l’epilogo era già scritto.

Sono lacrime amarissime per il Livorno, che butta via malamente l’annata della rinascita. Ci dovremo rialzare ancora una volta, ma come sempre ci metteremo alle spalle le delusioni e ripartiremo dagli splendidi tifosi amaranto, che hanno seguito in modo commovente la squadra anche ieri, nonostante abbiano subito una marea di delusioni anche in questo campionato, dopo 2 anni ancor più tremendi.

Un’ulteriore parentesi è per i cugini di campagna, che come al solito, come i bimbi piccini che non conoscono i limiti dello scherzo e dello sfottó, si sono presi la briga di offendere su canali privati un giornalista rispettabile come Fabrizio Pucci, al quale va la nostra solidarietà.

Concludiamo con un cordiale vaffanculo a tutti i giocatori e al mister e con un sincero ringraziamento a Cristiano Lucarelli e Igor Protti.

Forza Vecchia Unione, ci vediamo a settembre!

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Testa. Cuore. Coraggio https://www.ale-livorno.com/2022/06/14/testa-cuore-coraggio/ Mon, 13 Jun 2022 22:05:39 +0000 https://www.ale-livorno.com/?p=718 Allo stadio Armando Picchi va in scena il primo round della finale dei Playoff nazionali di Eccellenza, in un caldo infernale più adatto alle gare di siuski che non ad una partita di pallone. Eppure i tifosi livornesi rispondono presente in maniera piuttosto massiccia e anche stavolta la curva presenta un buon colpo d’occhio, con […]

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Allo stadio Armando Picchi va in scena il primo round della finale dei Playoff nazionali di Eccellenza, in un caldo infernale più adatto alle gare di siuski che non ad una partita di pallone.

Eppure i tifosi livornesi rispondono presente in maniera piuttosto massiccia e anche stavolta la curva presenta un buon colpo d’occhio, con tanta partecipazione di giovani ed anche giovanissimi.

Alla lettura delle formazioni, tutti abbiamo creduto di essere vittime di un’allucinazione collettiva a causa del clima torrido, visto che Mister Angelini stravolge completamente la squadra, rigirandola come un calzino: un undici completamente nuovo, con diverse varianti tattiche, giocatori rispolverati dopo mesi ed altri messi addirittura in ruoli non convenzionali.

Purtroppo c’è poco tempo per metabolizzare queste novità ed il Pomezia è già vantaggio, dopo appena 3 minuti. Abbiamo passato tutta la settimana dicendo e ripetendo che era importante non subire gol ed ovviamente alla prima occasione siamo già sotto. Abbiamo detto e ripetuto di stare attenti sulla nostra fascia destra ed ovviamente il gol si sviluppa in quella zona di campo. Ma del resto siamo o no i maestri del masochismo?

Il resto della prima frazione scivola via con il solito Livorno alla “vorrei ma non posso”, che non gioca neanche male, ma non tira mai in porta e quando lo fa sbatte sempre sulle gambe dei difensori avversari.

Ma il vero spettacolo ce lo regalano i giocatori laziali, che si fanno notare per il loro talento innato nell’arte della sceneggiata, interpretando tutti i ruoli tanto cari a Mario Merola: capitomboli ad ogni minimo contatto, falsi infortuni con rotolamenti a terra, svenimenti improvvisi e perdite di tempo varie.

Certo anche l’arbitro non aiuta ad arginare questa buffonata, sorvolando sia su questi atteggiamenti vergognosi, sia su alcuni falli da codice penale ai danni dei nostri giocatori, talvolta neanche rilevati.

Anche se siamo in Eccellenza e ormai (purtroppo) abbiamo capito come funziona, sinceramente uno spettacolo così penoso travalica il limite della sopportazione.

Comunque si va negli spogliatoi in svantaggio di una rete, con la rassegnazione di chi quest’anno ne ha viste talmente tante, che ormai non si illude più su niente.

Inizia il secondo tempo e i primi minuti sembrano ancora peggio rispetto alla prima frazione di gioco, con gli uomini di mister Angelini completamente in bambola e capaci di sbagliare anche lo stop più elementare.

Al quarto d’ora di gioco però, dopo un’azione prolungata e confusionaria, all’improvviso arriva la zampata di Torromino, che rimette la gara in parità e fa esplodere lo stadio.

È la svolta del match: il Livorno finalmente si ricorda di essere il Livorno, sulle ali dell’entusiasmo prende coraggio e prova ad attaccare a testa bassa.

L’atteggiamento del Pomezia non cambia, continua il loro gioco sporco fatto di simulazioni e scorrettezze, ma la vecchia Unione adesso non ci sta e spinge forte, letteralmente trascinata dalla Curva Nord, che come sempre e più di sempre, soffia sui nostri giocatori.

Purtroppo l’arbitro continua a fare da spalla ai nostri avversari, dimenticandosi di sventolar loro sotto il naso i cartellini che tiene gelosamente nel taschino.

Parte la girandola di cambi e gli amaranto giocano a trazione super offensiva, provando a portare a casa la partita.
Il neo entrato Durante all’ 87esimo, mette in mezzo un pallone che Ferretti spara in bocca al portiere ospite: è il preludio del gol.

Al 95esimo infatti, un contropiede ben orchestrato dei nostri porta Ferretti a procurarsi di esperienza un calcio di rigore.

Poco importa che i giocatori laziali, in un ennesimo esempio di fair play alla rovescia, lancino un secondo pallone in campo e protestino con l’arbitro che avrebbe dovuto, a loro dire, interrompere l’azione, perchè il rigore viene confermato.

Sul dischetto si presenta lo stesso Ferretti che rimane glaciale e batte un rigore perfetto, spiazzando il portiere e completando la rimonta del Livorno nel tripudio amaranto.

L’esultanza di Arma Letale è forse la cosa più bella e genuina della giornata e spazza via in pochi secondi lo squallido teatrino imbastito per 90 minuti più recupero da questa manica di attori di terz’ordine provenienti dalle paludi. Non c’è più tempo, la gara si conclude qui.

Sappiamo benissimo che in quel di Pomezia assisteremo ad un’altra partita dove verrà riproposto il peggio del repertorio tanto caro a questi attori da avanspettacolo travestiti da calciatori, quindi dovremo stare molto attenti e non cadere nelle loro trappole fatte di provocazioni.

Ma per oggi è giusto dire “bravi” ai nostri ragazzi, che sono riusciti a ribaltare una partita molto complicata e che soprattutto non meritavano di perdere, visto che gli avversari dopo il gol non hanno fatto più alcunché.

L’esultanza contenuta sotto la Nord è sintomo che sanno benissimo che manca ancora una battaglia, che non c’è niente da festeggiare, che questa cazzo di serie D ce la dobbiamo andare a prendere tutti insieme, vivendo questi ultimi 90 minuti come una cosa sola.

Testa. Cuore. Coraggio.
Forza ragazzi!

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È ora di combattere https://www.ale-livorno.com/2022/06/13/e-ora-di-combattere/ Mon, 13 Jun 2022 21:59:15 +0000 https://www.ale-livorno.com/?p=714 Così, come se non ci fosse un domani, dobbiamo affrontare l’ultima tappa di una stagione anomala, a tratti tormentata, più volte ed a ragion veduta definita della rinascita. Senza addentrarci nei meandri di ciò che poteva essere e non è stato, senza analizzare in maniera masochistica le ultime vicissitudini, senza gettare la spugna prima del […]

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Così, come se non ci fosse un domani, dobbiamo affrontare l’ultima tappa di una stagione anomala, a tratti tormentata, più volte ed a ragion veduta definita della rinascita.

Senza addentrarci nei meandri di ciò che poteva essere e non è stato, senza analizzare in maniera masochistica le ultime vicissitudini, senza gettare la spugna prima del dovuto, è necessario compattare l’ambiente ed ancora una volta ribadire un concetto su tutti: Livorno può dimenticare i calciatori ma non dimentica gli uomini.

In parole povere, per riprendere una frase tanto cara al mitico Osvaldo Jaconi, ai ragazzi che danno tutto in campo e che gettano il cuore oltre l’ostacolo i tifosi amaranto non avranno mai niente da imputare, indipendentemente dal risultato finale.

Proprio per questo ci piacerebbe richiamare l’attenzione dei nostri giocatori dicendo loro di mettere da parte malumori, fraintendimenti ed eventuali rancori di un’annata decisamente particolare per sprigionare sul terreno di gioco tutto ciò che questo tipo di partite impone: intensità, agonismo, corsa, rabbia e, soprattutto, tanto sudore da spendere fino all’ultima goccia.

Dovrà essere un Livorno con il coltello tra i denti, un Livorno che dovrà sputare sangue, un Livorno che dovrà ringhiare alle caviglie degli avversari per 180 minuti ed oltre se necessario.

Svestiamo i panni della nobile decaduta, stracciamo quelli della super favorita e ritagliamoci su misura un abito che ci faccia sporchi e cattivi, pronti ad incarnare lo spirito di una città che non si è mai arresa neanche di fronte ad eventi di ben altra portata.

Ecco, se tutto questo si dovesse verificare, il risultato sarà solo a margine della prestazione. Chiediamo “garra”, polmoni e sacrificio perché al tifoso livornese questo basta e avanza. Lo stress e la pressione sono parole che non devono esistere per quella che è e rimarrà solo una partita di calcio.

Quindi mente libera, testa alta, orgoglio ed appartenenza. Ognuno ai posti di combattimento. NOI CI SIAMO.

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US Livorno – Pomezia 2-1 https://www.ale-livorno.com/2022/06/13/us-livorno-pomezia-2-1/ Mon, 13 Jun 2022 08:54:00 +0000 https://www.ale-livorno.com/?p=733 Visto il caldo estivo invece di correre le due squadre scelgono di riunirsi in capannelli itineranti sul terreno di gioco per discutere di geopolitica e filosofia teoretica. Ne escono fuori comunque tre gol e un numero incalcolabile di risse. Pulidori 6Prende gol dopo due minuti, poi il Pomezia sparisce e lui ha tutto il tempo […]

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Visto il caldo estivo invece di correre le due squadre scelgono di riunirsi in capannelli itineranti sul terreno di gioco per discutere di geopolitica e filosofia teoretica. Ne escono fuori comunque tre gol e un numero incalcolabile di risse.

Pulidori 6
Prende gol dopo due minuti, poi il Pomezia sparisce e lui ha tutto il tempo di andare a votare per il referendum. Ma i quesiti sono talmente incomprensibili che preferisce tornare tra i pali rassegnandosi a più di 90 minuti di nullafacenza. Portiere non votante.

Milianti 5
Dopo mesi di panchina e un sabato sera di lavoro in cui ha sfornato centinaia di cocktail fino a tardi, il mister lo mette tragicamente al centro della difesa, probabilmente con l’unico scopo di ripristinare il livello d’ignoranza perduta a causa delle assenze di Luci, Vantaggiato e Mazzoni. Risultato: un gran casino e sostituzione dopo un tempo.

Russo 6
Difese a 3, 4 o 5, per lui non fa differenza, è nato per picchiare e resta fedele alla linea (difensiva) anche quando la linea non c’è.

Giampà 6
Vorrebbe buttarsi in avanti e spaccare tutto ma il continuo cambio di modulo gli fa perdere il carattere. Terzino a sua insaputa.

Pecchia 5,5
Come direbbe Allegri: “quando i cavalli sono stanchi bisogna mandarli al prato.” Spompato dopo aver tirato la carretta per mesi. Minnesota.

Apolloni 6,5
A differenza di Pecchia lui ha ancora benzina nelle gambe a causa delle inspiegabili panchine durante l’anno. Quando recupera palla e sventaglia sulla fascia è bello come il terzo mojito a stomaco vuoto al tramonto a Calafuria.

Panebianco 4,5
I fornai la domenica sono chiusi e così al mister viene la malaugurata idea di toglierlo dal congelatore dopo mesi di ibernazione. Nonostante la temperatura la mollica rimane dura e il sapore non c’è. Raffermo.

Gargiulo 5,5
Mi sono accorto che era in campo e che ha giocato 90 minuti dopo aver guardato i tabellini su Livorno Today a fine partita. Invisible man.

Dal 52’ Franzoni 5
Entra e sbaglia i passaggi facili e quelli facilissimi. Quelli difficili non li prova nemmeno ed è meglio così.

Dal 78’ Petronelli 6
Tutto lo stadio ha la sensazione che tra quelli rimasti fuori sia l’unico che possa rendersi pericoloso. Tutti meno uno, il mister, che lo tiene seduto nella sauna della panchina fino a dieci minuti dal termine. E allora continuiamo a farci del male.

Frati 6,5
I suoi tempi di reazione sul campo di gioco sono tre volte superiori a quelli di Ferretti, non che ci voglia molto, però in quella specie di deserto australiano che è il Picchi in un pomeriggio d’estate si trova a suo agio e saltella qua e là come un cucciolo di canguro. Beata gioventù.

Ferretti 6
Dopo mesi di infortuni e panchine si ritrova titolare a 37 anni e 37 gradi all’ombra. Passa 90 minuti in uno stato di pre-morte in cui ha l’opportunità di vivere un’esperienza extracorporea, incontrare strani esseri luminosi e di ripercorrere le tappe principali della sua esistenza. Ma al 95’ vede una luce in fondo al tunnel, ritorna tra i vivi e si conquista il rigore decisivo. Lo trasforma e poi corre tutto quello che non ha corso mai, arrivando sotto la nord in piena crisi respiratoria. Riportato a braccia a centrocampo si abbandona in un pianto liberatorio. Per grazia ricevuta.

Torromino 6,5
Capitano per esclusione, il nostro Bud non soffre la mancanza di Terence Hill, riesce a piazzare il gol del pareggio e, per una volta, evita di farsi buttare fuori dopo aver deviato il setto nasale di un paio di avversari con i suoi famigerati ceffoni.

Mr. Angelini 5
Preso dal panico si fa suggerire l’undici di partenza dopo un consulto astrologico con Wanna Marchi e il Mago do Nascimento. Ne esce fuori una formazione ai confini della realtà che non ha molto a che vedere col gioco del calcio, ma almeno ha il buonsenso di sistemare le cose in corso di gara. Gran maestro dell’occulto.

Pomezia voto 2
Segnano dopo tre minuti a cui ne fanno seguire 94 di sceneggiate, dando fondo a tutto il repertorio del Grande Libro delle Perdite di Tempo. Finti crampi, svenimenti a catena, palloni buttati in campo con l’avversario nella propria area, risse e punizioni battute prima del fischio dell’arbitro, riducono il tempo di gioco a 12 minuti effettivi. Giustamente puniti dal karma prendono gol allo scadere, cosa che li fa uscire dal campo incazzati come delle scimmie urlatrici. Ma è bene ricordare che in caso di sconfitte all’ultimo secondo vale sempre la legge del Menga: chi lo piglia in culo se lo tenga.

Nella foto: Ferretti mentre vede la luce in fondo al tunnel.

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US Livorno – Maccarese 1-1 https://www.ale-livorno.com/2022/06/06/us-livorno-maccarese-1-1/ Mon, 06 Jun 2022 10:02:00 +0000 https://www.ale-livorno.com/?p=730 Una marca di rasoi da barba? Un codice di una loggia massonica deviata? Non ci è dato sapere cosa si nasconde dietro all’enigmatica sigla W3 del Maccarese. Ma una cosa è certa: abbiamo sofferto anche a questo giro. Pulidori 6,5In due secondi passa dalla maledizione a vita dell’ultimo grado della scala Pinsoglio per essersi fatto […]

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Una marca di rasoi da barba? Un codice di una loggia massonica deviata? Non ci è dato sapere cosa si nasconde dietro all’enigmatica sigla W3 del Maccarese. Ma una cosa è certa: abbiamo sofferto anche a questo giro.

Pulidori 6,5
In due secondi passa dalla maledizione a vita dell’ultimo grado della scala Pinsoglio per essersi fatto trovare fuori dai pali su un cross innocuo, al processo di beatificazione per aver compiuto un miracolo sulla respinta a botta sicura.

Palmiero 4,5
Dopo la cappella contro il Tau riconferma la legge dell’Ardenza facendosi sverniciare sulle fiancate nel gol del pareggio dei rasoi W3. Straniero a casa sua.

Ghinassi 6
E’ ancora lui il vincitore del famoso concorso a premi per giocare titolare a fianco di Russo. Non farci l’abitudine che le prossime due potrebbe sempre toccare a Milianti, ma anche Vanigli, Cannarsa o Fanucci. Dipende dai partecipanti. Quasi quasi ci faccio un pensierino anch’io.

Russo 6,5
Nonostante il caldo tira fuori tutta la sua freddezza sovietica con un recupero provvidenziale. Nel finale concentra tutte le sue attenzioni nella difesa della qualificazione con la stessa solerzia dei suoi commilitoni con Mariupol.

Giuliani 5,5
Dietro non è che ci sa stare benissimo, in compenso si fa vedere spesso davanti. Ma si blocca ogni volta che arriva sul più bello. Coitus interruptus.

Apolloni 6
Il mister ha le idee così chiare che in un mese lo ha schierato trequartista, laterale nel tridente, e adesso mezz’ala. Il nostro Thor si adatta, però sono sicuro che anche lui sotto sotto starà pensando come tutti noi una cosa sola: boia che fava.

Luci 5
A parte il mister, anche i gabbiani – padroni incontrastati del litorale labronico nonché acuti intenditori di calcio – hanno capito che il nostro Andrea è arrivato all’ammazzacaffè da almeno due mesi. Ma lui dal tavolino non si vuole alzare e così è l’età a presentargli il conto e farlo uscire per infortunio dopo neanche mezz’ora.

Dal 34’ Gargiulo 5,5
Levassi di ulo da qui è il sogno di tutti, probabilmente anche il suo. In campo però non fa niente per renderlo reale.

Pecchia 6
Solito impatto violento con la partita. Ruvido con gli avversari, rissoso il giusto, si guadagna subito il cartellino giallo e poi resta sul filo dell’espulsione per novanta minuti. Una partita vissuta pericolosamente.

Dal 75’ Franzoni s.v.
Il mister lo inserisce togliendo uno dei tre omini ancora in grado di correre che abbiamo. A un tratto si ritrova a tu per tu col portiere, lo scarta a sua insaputa, ma prima di battere a rete preferisce buttarsi a terra per guadagnarsi il rigore. Risultato: niente gol e niente rigore.

Frati 7
E’ l’altro che ancora riesce a correre. E a segnare. Io lo farei giocare 90 minuti, ma se ho aperto una rubrica che si chiama masochismo amaranto è perché siamo imbattibili nel complicarci la vita. E infatti il mister lo toglie dopo un’ora.

Dal 60’ Giampà 6,5
Anche stavolta il difensore si rivela più pericoloso dei nostri attaccanti. La trasformazione in Martino Borghese è quasi compiuta.

Vantaggiato 4,5
In campo alterna 20 secondi di corsetta leggera a 4 minuti piegato sugli scarpini ad esercitarsi coi nodi alle stringhe. Ma come sempre il meglio di sé lo dà sempre a gioco fermo quando c’è da tirare fuori i coltelli per le risse. Solo il placcaggio simultaneo di Mazzoni e Toccafondi evita che il nostro prosciuttone si becchi l’ennesima maxisqualifica. Spacco bottiglia ammazzo famiglia.

Torromino 5
Visto il caldo asfissiante dopo l’assist dell’uno a zero apre sdraio e ombrellone sul ponte della nave e chi s’è visto s’è visto. Costa crociere.

Dal 71’ Bellazzini s.v.
Prende il posto di Torromino sulla sdraio. Neanche il tempo di spalmarsi la crema che il sole è già sceso e la partita finita. Tintarella di luna.

Dal 60’ Petronelli 6,5
Entra e fa un sombrero che è la cosa più bella vista oggi dopo la mega rissa del primo tempo. Visto che c’era poteva prestarmene uno anche a me che mi ero scordato il cappello a casa. Chapeau.

Mr. Angelini 4
Sta facendo la fine di tutti i suoi predecessori da tre anni a questa parte: dopo un mese che sono qua non ci capiscono più un cazzo. La confusione è tale che adesso possiamo solo affidarci alla fede di Frati. Sulle idee del mister o sulle botte di culo abbiamo già visto che non è il caso di farci affidamento. Lost in Livorno.

Nella foto: Petronelli con il suo sombrero.

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Incubo Torrido https://www.ale-livorno.com/2022/06/06/incubo-torrido/ Mon, 06 Jun 2022 06:51:00 +0000 https://www.ale-livorno.com/?p=711 La sensazione, quando l’arbitro ha fischiato la fine della partita contro il Maccarese al 97esimo, è stata quella di essersi svegliati da un incubo. Avete presente uno di quei sogni in cui cercate di mettervi in salvo da un pazzo feroce, che vi insegue con una scure insanguinata per farvi a pezzi? Uno di quei […]

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La sensazione, quando l’arbitro ha fischiato la fine della partita contro il Maccarese al 97esimo, è stata quella di essersi svegliati da un incubo. Avete presente uno di quei sogni in cui cercate di mettervi in salvo da un pazzo feroce, che vi insegue con una scure insanguinata per farvi a pezzi? Uno di quei sogni dove voi cercate disperatamente di fuggire, ma vi rendete conto di avere le gambe di piombo e più vi muovete e più rimanete fermi?

Ecco, oggi abbiamo riaperto gli occhi giusto in tempo, un attimo prima che la mannaia calasse sul nostro collo. All’Ardenza è andata in onda la classica partita dove per il Livorno tutto si stava allineando per terminare in una tragedia sportiva, sfiorata solo per miracolo.

Basti pensare che i laziali hanno giocato gli ultimi 6 minuti col portiere volante, vale a dire col numero uno indisturbato, stabilmente nella metà campo amaranto.

Basti pensare che per due volte ci ha salvato la bandierina del guardalinee, quando ormai la palla era già rotolata in fondo al sacco e che Pulidori, nel secondo tempo, ha compiuto un mezzo miracolo su un tap-in a botta sicura dell’attaccante avversario, dopo che la traversa ci aveva già messo una pezza al posto suo, che si era fatto sorprendere fuori dai pali su un tiro innocuo.

Basti pensare all’ultimo minuto di gioco, quando i palustri hanno calciato una punizione dal limite, l’ennesima, col pallone che ha sfiorato il palo alla destra del portiere del Livorno, terminando fuori.

E i nostri valorosi giocatori in tutto questo?

Tolti i primi quindici minuti, sufficienti per passare in vantaggio e illudere i tifosi amaranto, il Livorno ha consegnato la partita agli avversari, annaspando come sempre, più di sempre.

Il famoso 4-2-3-1 a cui ormai siamo tutti affezionati come ad un vecchio zio mezzo scemo, ci ha consegnato al boia, scoprendo le fasce e mettendo in difficoltà i due di centrocampo, mai in grado di contrastare il palleggio degli avversari.

Il primo tempo è stato una sofferenza continua ed è culminato col pareggio della Maccarese, dopo un intervento a vuoto di Luci ed una classica palla indietro dal fondo, su cui nessuno dei nostri è stato pronto ad intervenire.

La ripresa è stata un turbinio di sostituzioni, in cui Angelini ha pensato soprattutto a difendere il pareggino. Probabilmente era l’unica cosa che si potesse fare, considerando che la nostra è una squadra lenta, impaurita, stanca nella testa prima che nei polmoni e con i nervi a fior di pelle.

Tanto per cambiare abbiamo assistito all’ennesimo capitolo dell’ormai stantio “Vantaggiato contro tutti” allo scadere del primo tempo.

È stato necessario l’intervento di una decina tra compagni, accompagnatori, uomini delle barelle e Toccafondi per placare l’ira funesta del 10 amaranto, che per gradire, ha raccattato l’ennesimo giallo che gli farà saltare la partita di andata della finale contro il Pomezia, nostro prossimo avversario.

Certi giocatori dovrebbero fare la differenza a nostro favore ed invece, duole dirlo, immancabilmente cadono in tranelli puerili e si espongono a figure non certo edificanti.

Una parola vale la pena spenderla per i folli che hanno animato la curva dalle 16.30 di questa torrida domenica 5 giugno e che negli ultimi 20 minuti, col loro sostegno incessante, hanno accompagnato la squadra fuori dall’incubo.

Per il resto, tornando a parlare di calcio giocato, crediamo che l’unica cosa che il Livorno possa fare è giocare un calcio più elementare, una roba tipo un 4-4-2 molto coperto, per difendere e ripartire in contropiede. Di sicuro non si può prescindere da Apolloni, Pecchia, Petronelli e Russo.

Bisogna giocare per portare a casa la pelle e poi spendere le riserve, se ne abbiamo, a Pomezia. Scordiamoci il calcio dominante, lasciamo perdere le trame, i cambi di gioco, il possesso e amenità varie: difesa e contropiede, come nella più solida tradizione pedatoria italiana. Il resto lasciamolo a chi se lo può permettere.

Alè Unione!

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Maccarese – US Livorno 2-2 https://www.ale-livorno.com/2022/05/31/maccarese-us-livorno-2-2/ Tue, 31 May 2022 07:28:00 +0000 https://www.ale-livorno.com/?p=727 Una volta cantavamo Frosinone ma dov’è, ridendoci su perché ci sembrava un posto dimenticato nel nulla. Bei tempi. Invece adesso Maccarese non c’è veramente manco sulla cartina e per capire dove si trova dobbiamo accontentarci delle spiegazioni del Brachini su Radiobruno che riassume magnificamente così: Maccarese è il Calambrone di Fregene. Adesso è tutto molto […]

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Una volta cantavamo Frosinone ma dov’è, ridendoci su perché ci sembrava un posto dimenticato nel nulla. Bei tempi. Invece adesso Maccarese non c’è veramente manco sulla cartina e per capire dove si trova dobbiamo accontentarci delle spiegazioni del Brachini su Radiobruno che riassume magnificamente così: Maccarese è il Calambrone di Fregene. Adesso è tutto molto più chiaro.

Pulidori 4
Fabbrica i due gol del (o della?) Maccarese prima respingendo sui piedi di Troccoli (no, non ho detto Broccoli ma Troccoli, Troccoli, Troccoli, oh maledetto Troccoli) un cross piuttosto innocuo, poi decidendo di partire per una gita a Tivoli mentre Russo cercava di passargli il pallone. A fine partita viene giustamente punito da Mazzoni con l’amputazione di mezza falange del mignolo destro.

Ghinassi 5,5
Dopo Giampà, Milianti, Palmiero, stavolta è lui il vincitore del gratta e vinci “Titolare per un giorno al centro della difesa”. Per la prossima volta forse è meglio se provi quello di “Turista per sempre”.

Russo 4,5
Nonostante l’avanzata nel Donbass, 3 mesi di guerra e di sanzioni economiche si fanno sentire anche per lui. Forse avrebbe bisogno di qualche settimana di riposo nelle retrovie ma, considerati i colleghi, non ce lo possiamo permettere.

Giuliani 6
Si dimena laggiù sulla fascia, come un picchio sul tronco di un albero, ma gli effetti del suo lavoro sono pressoché nulli.

Pulina 5
Che sia lui o Franzoni a giocare sulla destra, una cosa è certa: se avessero scelto le nostre quote tra i bimbi del gabbione dei bagni Lido non ci saremmo accorti della differenza.

Pecchia 6,5
Fare il centrocampista che corre in una squadra che non corre deve essere piuttosto frustrante. Tipo il manovale che sgobba nel cantiere mentre i pensionati stanno a guardare, per esempio.

Luci 5
Si muove sul prato con la velocità di un golfista sul Par. Tra una buca e l’altra sceglie le mazze grazie ai consigli di Mazzoni, suo caddy di fiducia. Che sia tiro al piattello o golf il risultato dei suoi lanci e dei tiri è sempre il solito. Chiedere ai raccattapalle.

Apolloni 6
Insieme a Pecchia tiene su i giri del motore di questo scassatissimo Van di terza mano con 400mila km all’attivo, comprato dal Presidente su Subito.it nel disagio post-sbronza di una serata di fine estate a Prato.

Frati 6
Nei momenti di difficoltà ci si aggrappa alla fede e il mister gli chiede di schierarsi nel tridente offensivo cantando e portando la croce. Agli errori dei compagni risponde “Dio, perdonali perché non sanno quello che fanno.” A fine partita officia la santa messa della domenica, non prima di aver benedetto entrambe le squadre. Ecumenico.

Dal 68′ Bellazzini 5
Sto aspettando che faccia la differenza da settembre 2021. Come me anche lui probabilmente non è molto veloce coi calcoli però considerando i vaini spesi per lo stadio meno le partite di merda che ci è toccato vedere quest’anno ci devi dare di resto un bel po’ di roba.

Vantaggiato 6,5
Mette lo zampone nel gol del provvisorio 1 a 1, poi nella ripresa scopre che la porchetta è nata a due passi da Tivoli e la sua mente va subito altrove.

Torromino 6,5
Il nostro Bud Spencer aveva creduto di essersi tirato fuori dai giochi dopo il sonoro ciaffone assestato al tizio del Figline e invece si ritrova a correre in un altro stadio bucolico, stavolta costruito nel centro del nulla delle campagne laziali, contro il Maccarese (MACARRESE per il Brachini, o anche MATARRESE nei momenti di maggior confusione del nostro telecronista speciale). Ad ogni modo si riscatta in parte segnando il gol del definitivo pareggio. Bomber o Banana Joe?

Mr. Angelini 4,5
Cambia modulo, interpreti, tuta e, per l’occasione, indossa anche delle mutande rosse sperando che portino fortuna come a Capodanno, ma il suo Livorno è soporifero, scontato e prevedibile come la milionesima puntata di Domenica In condotta da Mara Venier. Non appena segniamo la rete del due a due sceglie di congelare il risultato. Perché un pareggio in casa del Maccarese mica lo butti via. Per quello c’è sempre il ritorno al Picchi.

Nella foto: l’esultanza di Banana Joe Torromino dopo il gol del pareggio.

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La storia non ha insegnato https://www.ale-livorno.com/2022/05/30/la-storia-non-ha-insegnato/ Mon, 30 May 2022 11:22:00 +0000 https://www.ale-livorno.com/?p=706 Maccarese è il Calambrone di Fregene Massimo Brachini, telecronista dell’US Livorno 1915 Nell’anniversario di una delle partite più importanti della storia del tifo amaranto, quel Piacenza-Livorno del 2004 che decretò il nostro ritorno in massima serie dopo decenni, l’unico sorriso ce lo ha strappato l’amico Massimo Brachini con alcune delle sue uscite in telecronaca, come […]

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Maccarese è il Calambrone di Fregene

Massimo Brachini, telecronista dell’US Livorno 1915

Nell’anniversario di una delle partite più importanti della storia del tifo amaranto, quel Piacenza-Livorno del 2004 che decretò il nostro ritorno in massima serie dopo decenni, l’unico sorriso ce lo ha strappato l’amico Massimo Brachini con alcune delle sue uscite in telecronaca, come quella sopra (anche se la squadra che affrontavamo non si chiama nè Maccarrese, nè Macarrese, come storpiato 1000 volte per 90 minuti più recupero).

Sapevamo che non sarebbe stato facile per una serie di motivi, ma eravamo convinti (o forse solo speranzosi) che la storia avesse insegnato.

Invece l’atteggiamento mostrato ieri dai ragazzi di mister Angelini, in un caldissimo pomeriggio di fine maggio in terra romana, è stato probabilmente peggiore di quello visto due settimane fa contro la compagine di Altopascio. No, la storia (recente) non ha insegnato.

Nel regolamento assurdo di questa categoria, è previsto l’utilizzo di due sole quote in questo spareggio nazionale. Angelini schiera così un quasi inedito 4-3-3 con la conferma di Pecchia vicino a Luci e la sorpresa Pulina terzino destro.

In attacco, finalmente, non vengono schierati contemporaneamente Ferretti e Vantaggiato, che si sono quasi sempre annullati nelle partite precedenti.

Dei nostri avversari sapevamo poco, tranne che fossero una squadra giovane, motivata e combattiva. Comunque sia, l’approccio dell’ undici amaranto è stato totalmente sbagliato e sin dal calcio d’inizio siamo stati sovrastati incredibilmente dalla foga agonistica messa in campo dagli uomini del giovanissimo mister Mazza.

Il 99% della manovra della Maccarese si è sviluppata sulla fascia destra, dove Pulina è andato in enorme difficoltà, così senza che ci fosse bisogno di un veggente, abbiamo assistito al vantaggio dei padroni di casa al 14esimo, sviluppato proprio in quella porzione di campo.

Pulina ha infatti sbagliato la copertura, si è fatto saltare come un birillo, cross in mezzo con respinta corta e centrale di Pulidori, dormita dei due centrali labronici che si sono fatti anticipare in spaccata da Troccoli e palla in rete. Però, appena passato il tempo utile per dire una decina di bestemmie in sequenza, Vantaggiato ha subito pareggiato i conti, appoggiando in rete il tiro-cross di Apolloni.

“Facciamo finta che non sia successo nulla e ripartiamo da qui”: questo il pensiero di tutti i tifosi livornesi che stavano assistendo alla gara e che speravano/immaginavano sarebbe stato anche il pensiero dei giocatori in campo.

Invece per il resto del primo tempo abbiamo assistito ad uno spettacolo a tratti frustrante, con giocatori letteralmente fermi che ogni tanto ragionavano fra di loro non si sa di cosa, come ad essere soddisfatti del pareggio, dato che il gol in trasferta vale ancora doppio in questa categoria.

Purtroppo sappiamo benissimo che in questi campetti e con queste squadre non possiamo mai allentare la presa, eppure anche sotto questo punto di vista la storia non ha insegnato.

Dell’inizio di secondo tempo c’è poco da stare a discutere, possiamo solo dire che se anche Russo (anche se va detto che grosse responsabilità le ha anche Pulidori) fino ad ora monumentale, commette una leggerezza degna degli amatori, vuol dire che il problema di questa squadra è più grave di quello che si potesse pensare.

In seguito arriverà il pareggio di Torromino dopo neanche 15 minuti (nella maniera che ormai ci è più congeniale: a caso), ma in quel quarto d’ora intercorso dal 2-1 al 2-2, abbiamo assistito al peggiore spettacolo calcistico degli ultimi anni: giocatori nel panico più totale, incapaci di fare un passaggio sensato o uno stop basilare, rimesse e palloni regalati che non si contavano più, un silenzio surreale sul terreno di gioco e l’incapacità dei senatori di ristabilire l’ordine, con giocatori imbambolati e in balia degli eventi.

Già, “i senatori”… un’altra cosa che abbiamo capito ieri è che i nostri giocatori più esperti, i nostri professionisti, hanno completamente in mano lo spogliatoio e la panchina.

L’esempio più lampante è stata la sostituzione di Pecchia, il migliore in campo come spesso accade, a discapito di un Luci oggi (ancora una volta) a dir poco sottotono. Non ce ne voglia il grande Andrea, per cui nutriamo il massimo rispetto e la più profonda stima, ma lo sa anche lui che ieri avrebbe meritato di uscire al posto del più pimpante compagno di reparto.

Dire quindi frasi del tipo “Angelini è diventato come Buglio” non è del tutto corretto, perché il problema sta nel fatto di non saper gestire certi tipi di giocatori.

Nei restanti 30 minuti più recupero non succede niente (come potrebbe, visto che il pareggio è arrivato in maniera casuale?) e, man mano che il cronometro scorre, entrambe le squadre sembrano accontentarsi del risultato: per noi i gol valgono doppio in trasferta, per gli avversari può andar bene venirsi a giocare la vittoria nello stadio che ultimamente è diventato terra di conquista per chiunque.

C’è solo il tempo di assistere a quella che possiamo definire l’incomprensione del giorno, con i giocatori inizialmente in direzione dei tifosi per il consueto saluto, ma poi richiamati da Mazzoni, che aveva fatto intendere ai telespettatori che fosse stato proprio il portiere amaranto ad impedire la cosa.

Invece è stata volontà della curva, volontà dei ragazzi che hanno deciso di fare questa trasferta folle e rischiosa solo per ricordare ai ragazzi in campo che non abbiamo dimenticato e che indossare la maglia amaranto comporta onori, ma anche oneri.

Ci aspetta adesso la semifinale di ritorno all’Armando Picchi, domenica 5 Giugno, in quello che sembra un girone infernale Dantesco senza fine.

Eppure siamo ancora qui a parlare di calcio, a soffrire per il nostro amato Livorno, a chiederci se siamo malati ad assistere di domenica a certi spettacoli invece di andare al mare, a sperare che i nostri ragazzi ci regalino (e si regalino) questa gioia della promozione.

Nonostante tutto, non possiamo fare altro che rimanere tutti uniti e remare nella stessa direzione.

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