Dattero, Autore presso Alè Livorno Forum e Sito di Informazione Indipendente sul Livorno Calcio Mon, 13 Jun 2022 21:55:55 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.0.1 Incubo Torrido https://www.ale-livorno.com/2022/06/06/incubo-torrido/ Mon, 06 Jun 2022 06:51:00 +0000 https://www.ale-livorno.com/?p=711 La sensazione, quando l’arbitro ha fischiato la fine della partita contro il Maccarese al 97esimo, è stata quella di essersi svegliati da un incubo. Avete presente uno di quei sogni in cui cercate di mettervi in salvo da un pazzo feroce, che vi insegue con una scure insanguinata per farvi a pezzi? Uno di quei […]

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La sensazione, quando l’arbitro ha fischiato la fine della partita contro il Maccarese al 97esimo, è stata quella di essersi svegliati da un incubo. Avete presente uno di quei sogni in cui cercate di mettervi in salvo da un pazzo feroce, che vi insegue con una scure insanguinata per farvi a pezzi? Uno di quei sogni dove voi cercate disperatamente di fuggire, ma vi rendete conto di avere le gambe di piombo e più vi muovete e più rimanete fermi?

Ecco, oggi abbiamo riaperto gli occhi giusto in tempo, un attimo prima che la mannaia calasse sul nostro collo. All’Ardenza è andata in onda la classica partita dove per il Livorno tutto si stava allineando per terminare in una tragedia sportiva, sfiorata solo per miracolo.

Basti pensare che i laziali hanno giocato gli ultimi 6 minuti col portiere volante, vale a dire col numero uno indisturbato, stabilmente nella metà campo amaranto.

Basti pensare che per due volte ci ha salvato la bandierina del guardalinee, quando ormai la palla era già rotolata in fondo al sacco e che Pulidori, nel secondo tempo, ha compiuto un mezzo miracolo su un tap-in a botta sicura dell’attaccante avversario, dopo che la traversa ci aveva già messo una pezza al posto suo, che si era fatto sorprendere fuori dai pali su un tiro innocuo.

Basti pensare all’ultimo minuto di gioco, quando i palustri hanno calciato una punizione dal limite, l’ennesima, col pallone che ha sfiorato il palo alla destra del portiere del Livorno, terminando fuori.

E i nostri valorosi giocatori in tutto questo?

Tolti i primi quindici minuti, sufficienti per passare in vantaggio e illudere i tifosi amaranto, il Livorno ha consegnato la partita agli avversari, annaspando come sempre, più di sempre.

Il famoso 4-2-3-1 a cui ormai siamo tutti affezionati come ad un vecchio zio mezzo scemo, ci ha consegnato al boia, scoprendo le fasce e mettendo in difficoltà i due di centrocampo, mai in grado di contrastare il palleggio degli avversari.

Il primo tempo è stato una sofferenza continua ed è culminato col pareggio della Maccarese, dopo un intervento a vuoto di Luci ed una classica palla indietro dal fondo, su cui nessuno dei nostri è stato pronto ad intervenire.

La ripresa è stata un turbinio di sostituzioni, in cui Angelini ha pensato soprattutto a difendere il pareggino. Probabilmente era l’unica cosa che si potesse fare, considerando che la nostra è una squadra lenta, impaurita, stanca nella testa prima che nei polmoni e con i nervi a fior di pelle.

Tanto per cambiare abbiamo assistito all’ennesimo capitolo dell’ormai stantio “Vantaggiato contro tutti” allo scadere del primo tempo.

È stato necessario l’intervento di una decina tra compagni, accompagnatori, uomini delle barelle e Toccafondi per placare l’ira funesta del 10 amaranto, che per gradire, ha raccattato l’ennesimo giallo che gli farà saltare la partita di andata della finale contro il Pomezia, nostro prossimo avversario.

Certi giocatori dovrebbero fare la differenza a nostro favore ed invece, duole dirlo, immancabilmente cadono in tranelli puerili e si espongono a figure non certo edificanti.

Una parola vale la pena spenderla per i folli che hanno animato la curva dalle 16.30 di questa torrida domenica 5 giugno e che negli ultimi 20 minuti, col loro sostegno incessante, hanno accompagnato la squadra fuori dall’incubo.

Per il resto, tornando a parlare di calcio giocato, crediamo che l’unica cosa che il Livorno possa fare è giocare un calcio più elementare, una roba tipo un 4-4-2 molto coperto, per difendere e ripartire in contropiede. Di sicuro non si può prescindere da Apolloni, Pecchia, Petronelli e Russo.

Bisogna giocare per portare a casa la pelle e poi spendere le riserve, se ne abbiamo, a Pomezia. Scordiamoci il calcio dominante, lasciamo perdere le trame, i cambi di gioco, il possesso e amenità varie: difesa e contropiede, come nella più solida tradizione pedatoria italiana. Il resto lasciamolo a chi se lo può permettere.

Alè Unione!

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Pronti a esplodere https://www.ale-livorno.com/2022/04/10/pronti-a-esplodere/ Sun, 10 Apr 2022 20:05:59 +0000 https://www.ale-livorno.com/?p=663 Mister Angelini, appena approdato sulla panchina amaranto, in una delle sue prime interviste rilasciate alla stampa locale, disse che il Livorno non poteva essere considerato una squadra da Eccellenza, ma che fino a quel momento, il divario con le altre compagini di tale categoria non era ancora emerso. Oggi finalmente abbiamo capito appieno il significato […]

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Mister Angelini, appena approdato sulla panchina amaranto, in una delle sue prime interviste rilasciate alla stampa locale, disse che il Livorno non poteva essere considerato una squadra da Eccellenza, ma che fino a quel momento, il divario con le altre compagini di tale categoria non era ancora emerso.

Oggi finalmente abbiamo capito appieno il significato di queste parole, vedendo il Livorno schiantare senza apparente fatica un avversario pieno di motivazioni e pronto a fare la partita della vita.

Infatti il Ponsacco è giunto all’Ardenza agguerrito, a caccia di fondamentali punti salvezza, sapendo di trovare un Livorno rimaneggiato e senza particolari obiettivi da raggiungere, ma in campo non c’è stata mai storia.

Fin dal fischio iniziale, Luci e compagni hanno messo le cose in chiaro, pur dovendo affrontare la gara con una formazione infarcita di riserve.

Fuori i vari Pecchia, Bellazzini, Torromino, Gargiulo, Panebianco, Franzoni e dentro coloro che hanno giocato meno ultimamente, come Pulina, Apolloni, Gelsi.

Inutile dilungarsi sulla cronaca dettagliata della partita, che è stato un monologo amaranto, con il primo tempo chiuso con un perentorio 3-0 a favore della squadra labronica e con i cinquanta tifosi arrivati dalla provincia di Pisa, che hanno intuito abbastanza presto che il pomeriggio soleggiato, per loro si sarebbe fatto cupo come una notte senza luna.

Andiamo dunque ad analizzare alcuni aspetti più generali di questa giornata di aprile:

– Al primo posto mettiamo l’incazzatura degli amaranto dopo il goal della bandiera segnato dai rossoblù verso il finale. Parliamo di una rete ininfluente e del tutto indolore, ma Mazzoni e compagni non l’hanno affatto digerita.
Il portierone livornese ha stampato una gran pedata sul palo e tutti gli altri si sono affrettati a chiarirsi, discutendo animatamente sull’errore commesso. Questo, a nostro modo di vedere, è un segnale importante da parte della squadra in vista degli spareggi: è la conferma che nessuno ha mollato, ma anzi sono tutti sulla corda e poco disposti a regalare alcunché.

– Altro aspetto estremamente positivo è il ritorno di Ferretti, che ha impiegato 5 minuti per gonfiare la rete; siamo certi che questo gol ce lo restituisce carico come una molla e pronto per gli scontri decisivi, Arma Letale è tornato.

– Una parola la spendiamo volentieri anche per le cosiddette seconde linee. Oggi bisogna togliersi il cappello di fronte all’impegno, alla determinazione e alla concentrazione mostrata da questi ragazzi, che hanno fatto capire a tutti di essere a Livorno non per caso. Non era scontato.

– Ultima nota per il mister amaranto, citato non a caso all’inizio di questo pezzo. Sta riuscendo nell’impresa di non fare calare la concentrazione e sta gestendo la squadra nel modo migliore, in attesa delle partite che contano. Bravo Angelini, continua così.

-1, siamo pronti a esplodere.
Alè Livorno!

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Boia dè! https://www.ale-livorno.com/2022/04/03/boia-de/ Sun, 03 Apr 2022 12:54:40 +0000 https://www.ale-livorno.com/?p=651 In una serata da lupi, il Livorno archivia definitivamente la pratica relativa al primo posto nel girone B dell’Eccellenza toscana. Piove a dirotto sull’Armando Picchi e piovono gol nella porta del Piombino, avversaria oggettivamente troppo debole anche solo per provare a impensierire l’undici amaranto. Parlare della partita in se non avrebbe senso, la conquista dei […]

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In una serata da lupi, il Livorno archivia definitivamente la pratica relativa al primo posto nel girone B dell’Eccellenza toscana.

Piove a dirotto sull’Armando Picchi e piovono gol nella porta del Piombino, avversaria oggettivamente troppo debole anche solo per provare a impensierire l’undici amaranto.

Parlare della partita in se non avrebbe senso, la conquista dei tre punti era già archiviata dopo quarantacinque minuti, quindi analizziamo alcuni altri aspetti degni di nota riguardanti i singoli.

Petronelli: la punta esterna merita una menzione speciale. Corre novanta minuti come un indemoniato, pressando tutta la linea difensiva avversaria ed è sempre propositivo con il pallone fra i piedi. Segna una doppietta ed è un pericolo costante per la retroguardia nerazzurra. Sarà sicuramente una pedina fondamentale nello scacchiere di mister Angelini, a maggior ragione essendo una quota.

Torromino: largo a sinistra è piuttosto prevedibile. La tendenza è quella di spostarsi sul piede forte, il destro, e rientrare. Le difese ormai si adeguano molto facilmente, raddoppiando la marcatura e la sua azione risulta poco efficace. I suoi muscoli, apparentemente granitici, si stanno rivelando di carta velina ed esce ancora una volta per infortunio, dopo essersi fermato a seguito di uno scatto. Speriamo che sia un problema di scarsa entità e che possa recuperare per i play off.

Pecchia: è l’immagine dello strapotere fisico, un gigante in mezzo ai nani. Quando ha metri di campo disponibili, in progressione diventa inarrestabile. Ragazzo su cui puntare ad occhi chiusi.

Giuliani: ha l’occasione per mettersi in mostra come esterno basso di difesa a sinistra, ma la spreca. Piuttosto impreciso ed anche timoroso, avrà spazio in queste ultime partite per rimediare.

Vantaggiato: il Re Mida di questo Livorno. Sarebbe interessante calcolare quanti goal segna in relazione ai palloni toccati. Impressionante.

Luci: una certezza, lunga vita calcistica al nostro Andrea.

Per chiosare, scegliamo nuovamente di parlare del clima allo stadio. Detto delle condizioni atmosferiche degne di una giornata di gennaio, sottolineiamo ancora una volta il ritrovato entusiasmo che si respira in Curva Nord, che tramuta il freddo e la pioggia in energia solare amaranto.

Infatti nonostante le presenze ridotte per ovvi motivi (turno infrasettimanale inconcepibile, pioggia a sassate, vento di tramontana, avversario non proprio blasonato e già retrocesso, Livorno con un piede e mezzo già nei playoff), la curva si produce in una delle sue performance migliori.

A circa venti minuti dalla fine, con la partita ampiamente in ghiaccio, parte un nuovo coro, semplice ma incisivo; ed è una di quelle volte in cui tante voci convergono in un unico boato e il motivo tutto in salsa labronica (con un bel “Boia dé” ripetuto più volte) va avanti fino al novantesimo ed oltre, nella bolgia generale.

Nel gruppo centrale l’età di chi canta e balla sarà intorno ai 16 anni, alla faccia del presunto mancato cambio generazionale.

Negli spareggi dovremo essere il dodicesimo uomo in campo, quindi bene che i vecchietti come noi tirino fuori la voce come in passato, ma finalmente potremo contare anche sull’energia delle forze fresche tanto attese.

Sembra ormai che ci sia una buona base di ragazzi giovani che preferiscono l’amaranto a qualsiasi alternativa a strisce, proprio come 30 anni fa quando ripartimmo e poco tempo dopo diventammo stupendi oltre ogni immaginazione.

La notizia migliore della serata; al di là della categoria il Livorno è di chi lo tifa, il Livorno siamo noi.

Alé Unione!

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La capolista se ne va https://www.ale-livorno.com/2022/03/21/la-capolista-se-ne-va/ Mon, 21 Mar 2022 17:19:35 +0000 https://www.ale-livorno.com/?p=644 Con 9 punti in 7 giorni, il Livorno chiude i conti col girone B dell’Eccellenza Toscana e guarda al gironcino finale con le prime degli altri due raggruppamenti con rinnovato entusiasmo. Oggi si è giocato al Mannucci di Pontedera contro il San Miniato, la squadra che nel girone d’andata violò per prima l’Armando Picchi. Il […]

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Con 9 punti in 7 giorni, il Livorno chiude i conti col girone B dell’Eccellenza Toscana e guarda al gironcino finale con le prime degli altri due raggruppamenti con rinnovato entusiasmo.

Oggi si è giocato al Mannucci di Pontedera contro il San Miniato, la squadra che nel girone d’andata violò per prima l’Armando Picchi.

Il Livorno, reduce dal bel successo casalingo infrasettimanale contro la Cuoiopelli, scende in campo con lo stesso undici, fatta eccezione per Pecchia, che prende il posto di Petronelli.

Sempre out Ferretti, il mister amaranto non rinuncia a schierare tutti gli assi fin dal primo minuto, alla faccia del turnover e dei tre impegni settimanali.

A Pontedera fa caldo, siamo sopra i 20 gradi, ma sugli spalti, nella gradinata riservata agli ospiti, l’atmosfera è addirittura bollente. Infatti sono arrivati in 700 da Livorno al seguito della squadra e l’incitamento è continuo e assordante, accompagnato da uno sventolio perpetuo di bandiere amaranto.

Che si rassegnino le vedove del genovese, la passione ormai si è riaccesa ed anche oggi la versione 4.0 dello stadio mobile si è manifestata, riversandosi prima sulla FI-PI-LI e poi allo stadio di Pontedera.

Tornando alle questioni prettamente calcistiche, il Livorno potrebbe fare una partita di attesa, non disdegnando nemmeno il pareggio ed invece comanda le operazioni sin dal primo minuto, stazionando nella metà campo avversaria.

Il San Miniato Basso schiera 11 uomini dietro la palla e riparte appoggiandosi sul loro numero 9, gran fisico e buona tecnica, che in più di un’occasione ha permesso ai giallorossi di spostare velocemente il baricentro in avanti.

Nei primi 45 minuti però, succede veramente poco, con le due squadre che si annullano e con Mazzoni spettatore non pagante.

Non si può dire lo stesso del primo minuto della ripresa, quando il portierone livornese salva la porta con un’acrobazia, dopo che il calcio di avvio battuto dai nostri avversari, ci aveva colti del tutto impreparati.

Scampato il pericolo, la gara si è dipanata sulla falsa riga del primo tempo, fino a che un duetto Torromino-Pecchia sull’out di destra, non ha portato il 24 livornese sul fondo a rimettere la palla al centro, dove Vantaggiato, da vecchio lupo dell’area di rigore, ha agganciato la sfera ed ha atteso il tocco del difensore per buttarsi giù.

Calcio di rigore, 0-1 e tanti saluti a tutti. La capolista se ne va. Funziona quindi la cura Angelini: tre vittorie in tre partite, due delle quali con le dirette inseguitrici.

Ottimo Mazzoni che ha messo la pezza sull’unico errore da matita rossa della nostra retroguardia, che però ha un’alta affidabilità ed è ormai ben collaudata.

A centrocampo da segnalare un Pecchia strabordante, che in questa categoria si sta dimostrando devastante ed un Luci che si sta esprimendo ai suoi massimi livelli.

Davanti si va ad intermittenza, ma basta che si accenda per qualche secondo uno dei nostri fenomeni e la partita viene risolta.

Bellazzini merita una considerazione a parte: con l’avvento del nuovo corso tecnico, tocca molti più palloni ed entra nel vivo di tutte le azioni d’attacco, ma ancora non è al top. Da lui ci aspettiamo il ricamo negli ultimi venti metri, l’intuizione che smarca la punta in area di rigore. Se riuscirà a fare l’ultimo step, il Livorno diventerà veramente inarrestabile.

Ora ci saranno il turno di riposo e poi le ultime giornate di campionato, con il mirino però già posizionato sui playoff promozione. Serviranno attenzione e programmazione certosina, confidiamo nello staff tecnico e nella professionalità degli uomini che stanno cercando di traghettare questa squadra verso lidi che più ci competono.

Nel frattempo noi teniamo calde le ugole, pronti a sostenere questi colori sempre e per sempre.

Alé Unione.

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Spellati! https://www.ale-livorno.com/2022/03/17/spellati/ Thu, 17 Mar 2022 18:26:31 +0000 https://www.ale-livorno.com/?p=634 Era destino che aspettassimo 20 partite per vedere il Livorno finalmente schiantare l’avversario, sia sul piano del gioco che sul piano atletico. È capitato al momento giusto, allo stadio Armando Picchi, in una mite serata di marzo, contro la nostra inseguitrice più agguerrita, quella Cuoiopelli che all’andata riuscì a pareggiare per ben due volte in […]

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Era destino che aspettassimo 20 partite per vedere il Livorno finalmente schiantare l’avversario, sia sul piano del gioco che sul piano atletico.

È capitato al momento giusto, allo stadio Armando Picchi, in una mite serata di marzo, contro la nostra inseguitrice più agguerrita, quella Cuoiopelli che all’andata riuscì a pareggiare per ben due volte in 9 contro 11, facendoci masticare amaro, amarissimo.

Il primo tempo è terminato a reti bianche, ma poteva chiudersi con la squadra amaranto in vantaggio di un paio di gol, visto che sono state almeno tre le occasioni limpide non sfruttate (clamoroso il rigore in movimento calciato in curva da Vantaggiato).

Il secondo tempo ha sancito il divario tecnico e atletico tra le due squadre, con il Livorno che ha iniziato a premere e a stringere d’assedio la Cuoiopelli sin da subito, rinchiudendola nella propria area di rigore.

Ed alla fine la rete è arrivata, grazie ad un bel fendente di Torromino, stasera inarrestabile ed arrembante sulla fascia sinistra per tutti i 90 minuti.

Poi gli amaranto hanno arretrato di venti metri il baricentro per difendersi più ordinatamente e rischiare il meno possibile ed in effetti gli avversari hanno prodotto poco o nulla, non impensierendo mai Mazzoni.

Questo assetto ha inoltre permesso di imbastire un paio di ripartenze in contropiede veloci e pericolose e su una di queste, la palla è arrivata al Toro di Brindisi, che ha fatto una trentina di metri palla al piede, per poi scaricare in porta la palla del definitivo 2 a 0.

Non c’è molto altro da dire, se non che appare chiaro il cambio di marcia rispetto alla precedente gestione tecnica: adesso i calciatori agli ordini di mister Angelini sanno sempre cosa fare, individuano al meglio le posizioni da occupare in campo e soprattutto si vede un’idea di gioco precisa ed efficace.

In campo sono scesi quasi gli stessi undici di domenica scorsa, col solo Petronelli largo a destra a sostituire Pecchia. Per il resto difesa e centrocampo immutati, nel segno di quella continuità che anche i tifosi hanno sempre chiesto a gran voce in tempi non sospetti.

Molto bene la fascia sinistra, ottimi i centrali di difesa, menzione d’onore per Luci che è riuscito finalmente ad essere fulcro della manovra, smistando molti palloni di qualità.

Ancora qualche dubbio su Bellazzini, che comunque rispetto al passato anche recente, non appare più come un elemento estraneo alla manovra, seppur non sia ancora quello visto e ammirato nel precampionato.

Partecipazione molto buona da parte del pubblico livornese, considerando anche il turno infrasettimanale, tanti giovani in curva che ci fanno sperare nel futuro del calcio e del tifo a Livorno.

Ora il girone è quasi in ghiaccio, abbiamo 10 punti proprio sulla Cuoiopelli battuta questa sera e 9 sul San Miniato Basso, avversario di domenica prossima.

Dobbiamo cercare di chiudere subito i conti, in modo da avere un mese intero per poter preparare al meglio il triangolare che andremo ad affrontare con le prime degli altri due gironi e che sancirà le due promosse dirette in serie D.

Da domani tutti a fare il biglietto per Pontedera. Mettiamo in chiaro che la stagione dei regali è finita. Ora si fa sul serio.

Alè Unione.

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Buona la prima https://www.ale-livorno.com/2022/03/13/buona-la-prima/ Sun, 13 Mar 2022 19:48:35 +0000 https://www.ale-livorno.com/?p=631 Diciannovesima giornata, va in scena Certaldo-Livorno al Lotti di Poggibonsi. Giornata di sole, 20 gradi, terreno più che accettabile. I nostri vengono da una settimana molto complicata. Prima la sconfitta casalinga contro il Fratres Perignano. Poi la scomparsa di Fabio Graziani, team manager della prima squadra e punto di riferimento per i calciatori, nonché amico […]

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Diciannovesima giornata, va in scena Certaldo-Livorno al Lotti di Poggibonsi. Giornata di sole, 20 gradi, terreno più che accettabile.

I nostri vengono da una settimana molto complicata. Prima la sconfitta casalinga contro il Fratres Perignano. Poi la scomparsa di Fabio Graziani, team manager della prima squadra e punto di riferimento per i calciatori, nonché amico stimato dei dirigenti. Infine l’arrivo del nuovo allenatore, Giuseppe Angelini, a sostituire il dimissionario Francesco Buglio.

Il tutto alla vigilia di un’altra settimana di fuoco, con le due partite che decideranno le sorti di questo campionato: mercoledì all’Armando Picchi con la Cuoiopelli e domenica col San Miniato Basso a Pontedera.

Oggi, quindi, servivano i tre punti per affrontare i prossimi impegni con il cuore e la testa meno pesanti ed occorreva capire se le idee del nuovo tecnico hanno iniziato a far breccia nel modo di pensare degli undici in campo.

Vado ad elencare gli aspetti positivi:

Risultato: possiamo girarci intorno quanto vogliamo, ma alla fine della fiera conta solo vincere. Oggi, inoltre, in contemporanea andava in scena lo scontro tra la seconda e la terza in classifica (match terminato in parità), quindi incartiamo la posta piena e godiamoci il +6 sul San Miniato ed il +7 sulla Cuoiopelli (con una partita in meno).

Possesso di palla: siamo passati dal famoso schema “del cane sciolto” (cit. Vezio Benetti), fatto di rinvii alla sanfasò, ad un possesso di palla continuato e ben gestito. Pochissimi lanci lunghi a saltare il centrocampo e palla fatta passare dai piedi di Gargiulo e Luci.

Recupero palla: per la prima volta in stagione, abbiamo visto i nostri accorciare in avanti per riprendersi il pallone, in alcune occasioni raddoppiando o addirittura triplicando sul possessore di palla avversario, il tutto agevolato dal fatto che la squadra ha trascorso gran parte della partita nella metà campo avversaria.

Gioco sulle fasce: siamo arrivati sul fondo almeno due volte per tempo rimettendo la palla verso l’area e in tutte le occasioni abbiamo sfiorato il goal. La cosa interessante è che l’arrivo nella zona nevralgica del campo, è stato frutto di azioni pensate e sovrapposizioni tra l’ala ed il terzino.

Bellazzini: il mister lo sposta continuamente nella speranza di trovargli la posizione corretta: prima largo a destra, poi dietro le punte, poi più basso verso la metà del campo, finché non esce per far spazio al 4-2-4 del serrate finale. Il 21 amaranto risponde bene, si smarca, cerca il servizio dei compagni e resta sempre nel vivo del gioco.

Vantaggiato: oggi s’è inventato una rasoiata di mezzo esterno che si è infilata nell’angolo opposto. Giocatore a dir poco decisivo che sta mantenendo la squadra al primo posto nel girone.

Ovviamente ci sono anche diverse cose da migliorare, eccone alcune:

Ritmo nel giro palla: come detto, abbiamo fatto molto possesso e abbiamo fatto girare il pallone senza mai rischiare, ma lo abbiamo fatto lentamente, troppo per mettere in crisi una squadra asserragliata negli ultimi 25 metri del campo.

Conclusioni a rete: a parte il tiro di Vantaggiato, la squadra non ha mai tirato dalla distanza. Mai. Per scardinare i bunker avversari, servono anche le conclusioni da fuori.

Torromino: lo vedi in campo e non capisci come uno così non segni almeno due gol a partita. Non riesce a spostare gli equilibri, sembra svolgere il compitino senza metterci la voglia di dare qualcosa in più. Angelini dovrà lavorarci ancora per dargli i giusti input.

Pecchia: era uno dei più attesi, in un ruolo nuovo, spostato dietro le punte in posizione centrale; sinceramente ha inciso poco ed ha fornito una prestazione deludente.

La perdurante mancanza di Ferretti: sarà un caso, ma da quando manca il nostro bomber, facciamo una fatica immane in fase realizzativa. Speriamo di recuperarlo in fretta, perché la sua presenza in area di rigore libera spazio per tutti gli altri ed è determinante nella fase offensiva.

Quindi, ricapitolando: buona la prima del nuovo allenatore, benissimo i tre punti, da migliorare la determinazione e la velocità di esecuzione. Pensare che in una settimana si risolvessero tutti i nostri problemi era pura utopia, ma in effetti qualcosa di diverso si è già visto.

Nota finale per i 250 (?) tifosi livornesi che hanno seguito la squadra nel senese: erano pochi, erano tanti, contabilità inutile. Erano lì per il Livorno e questo è quanto.

Alè Livorno. Sempre.

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Una squadra in missione https://www.ale-livorno.com/2021/12/21/una-squadra-in-missione/ Tue, 21 Dec 2021 09:36:24 +0000 https://www.ale-livorno.com/?p=574 Il Livorno vince la quinta partita di fila, la quarta nelle ultime cinque senza subire goal. Lo fa con lo spirito operaio sbocciato in quel di Piombino e fatto crescere nelle gare successive. Porta a casa i tre punti trasformando un rigore nei primi minuti del primo tempo e poi tirando su il muro con […]

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Il Livorno vince la quinta partita di fila, la quarta nelle ultime cinque senza subire goal. Lo fa con lo spirito operaio sbocciato in quel di Piombino e fatto crescere nelle gare successive.

Porta a casa i tre punti trasformando un rigore nei primi minuti del primo tempo e poi tirando su il muro con Ghinassi e Giampà, due calciatori che fino ad un mese fa sembravano spaesati, mentre ora sono piloni insormontabili.

Fa sua l’ennesima gara senza i tre tenori, ormai fuori da tempo immemore, giocando con Nunzi e Pecchia sulla linea dei trequartisti. Se qualcuno ce lo avesse detto a settembre, gli avremmo dato del bria’o.

Vince nonostante un avversario in piena forma, 11 assatanati che hanno corso per 96 minuti come disperati, raddoppiando e talvolta triplicando sui nostri portatori di palla. Un Castelfiorentino che se l’è giocata a viso aperto tenendo la linea difensiva alta, rischiando però di conseguenza di subire il raddoppio in più occasioni.

Gli amaranto l’hanno sfangata nonostante l’ennesimo pelato (il 10 di giallo vestito) venuto all’Ardenza a fare la partita della vita e nonostante un arbitro a dir poco confuso, che ha dimenticato i cartellini a casa (permettendo ai gigliati di picchiare chiunque), salvo poi sventolarne uno rosso sotto il naso di Gargiulo a 5 minuti dalla fine.

Il Livorno ha vinto nonostante la sfortuna: anche oggi quattro legni fra pali e traverse. Legni che hanno impedito ai nostri di chiudere il discorso in anticipo e hanno costretto tutti a soffrire fino al recupero.

Poi ci ha pensato Gelsi, servito da Ferretti, al termine di un contropiede micidiale sgorgato sulla destra e terminato sulla sinistra, a mettere la parola fine al discorso.

I nostri hanno vinto la partita delle mascherine obbligatorie ovunque e comunque e dei fumogeni vietati ad una settimana da Capodanno. Uno stadio che alcuni vorrebbero triste, grigio e vuoto ma che invece, nonostante decisioni cervellotiche e dichiarazioni infelici, resta un luogo di aggregazione sano, colorato e frequentato.

L’Unione ha strappato la vittoria perché ci crede, ora quella amaranto è una squadra in missione che ha un unico obiettivo stampato chiaro in testa: vincere. E basta.

Alla fine è festa, si balla e si festeggia in mezzo al campo e poi si concede il bis sotto la curva insieme ai tifosi. Lo spirito è quello giusto, il legame con la gente si rinsalda.

Adesso bisognerà mantenere la concentrazione durante la sosta e studiare un modo per far rientrare i nostri fenomeni, senza stravolgere gli ingranaggi di un 11 che ora funziona come un orologio.

Auguri a tutti e un in bocca al lupo speciale a Buglio, che dovrà trovare la chiave giusta per mantenere le marce alte alla ripresa del campionato.

Forza Livorno.

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La calata degli Unni https://www.ale-livorno.com/2021/12/13/la-calata-degli-unni/ Mon, 13 Dec 2021 20:58:26 +0000 https://www.ale-livorno.com/?p=567 Domenica 12 dicembre, si chiude il girone di andata ed il Livorno gioca in casa a Seravezza. È lo strascico del petardo vagante di Piombino esploso nei paraggi del guardalinee ferito a scoppio ritardato. L’autogrill “Versilia” sembra una succursale di Piazza Cavallotti: tifosi amaranto ovunque e parcheggio intasato. Sono le 13:30 e lo stadio “Buon […]

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Domenica 12 dicembre, si chiude il girone di andata ed il Livorno gioca in casa a Seravezza. È lo strascico del petardo vagante di Piombino esploso nei paraggi del guardalinee ferito a scoppio ritardato.

L’autogrill “Versilia” sembra una succursale di Piazza Cavallotti: tifosi amaranto ovunque e parcheggio intasato. Sono le 13:30 e lo stadio “Buon Riposo” è ormai ad un passo.

Ci sono pattuglie di vigili urbani e volanti della polizia disseminate lungo tutto il tragitto che porta dall’uscita dell’autostrada fino allo stadio: evidentemente tutto è pronto per la calata degli Unni.

Nei pressi dell’impianto aumenta il numero dei tutori dell’ordine, camionette dei carabinieri agli incroci e strade sbarrate, più che un paesino della ridente Versilia sembra Beirut. L’arrivo dei livornesi però è quanto di più tranquillo si possa immaginare e sinceramente non si capisce perché qualcuno abbia ipotizzato qualcosa di diverso. Babbi con bimbi piccolissimi, famiglie intere ed ovviamente il nucleo più caldo del tifo che arriva con i bandieroni e la solita carica di passione.

Dentro lo stadio è uno spasso. C’è un banchetto, subito dietro la porta di accesso, dove i gestori dell’impianto hanno allestito una specie di rinfresco. Schiacciatine con gli affettati e pezzi dolci, tutto molto invitante. In un angolo due signore spillano la birra.

Si crea subito un piccolo assembramento ma prima bisogna fare quello che dovrebbe essere uno scontrino. Poco spostato sulla destra c’è un signore seduto sopra una piccola sedia: ha di fronte un blocchetto di biglietti tipo cinema Metropolitan anni 80 dove annota le ordinazioni. Per un bicchiere di birra chiede 4 euro ma nessuno glieli darà.

Si scatena una contrattazione serrata tra battute una più micidiale dell’altra e risate a non finire. Da: “Ma te c’hai la febbre” a: “Qui c’avete ‘vaini ma noi si viene da Livorno c’è ‘na miseria s’abbaia”. Dopo pochi minuti il patto è sancito: 3 birre a 10 euro ed è un affare per tutti.

Il campo è bello, il sole scalda, al Livorno serve una vittoria per restare in testa e tenere botta fino al rientro dei pezzi da 90. La formazione è forzata e tanto per gradire Buglio è costretto ad inventarsi Giuliani centrale difensivo a causa dell’infortunio di Ghinassi.

Ogni volta che l’allenatore sembra trovare la quadratura del cerchio arriva una tegola e scombina tutto. Debutta Panebianco dal primo minuto sulla sinistra mentre in mezzo al campo è intoccabile la coppia di cilindri del motore: Apolloni e Gargiulo. Davanti il nostro “Pippo” – arma letale – Ferretti e Frati, uno che in questa categoria ci sta stretto.

Inizia la partita e gli ultras prendono in prestito un bidone dei rifiuti e lo adattano a tamburo.

Poche occasioni da una parte e dall’altra ed un gol annullato agli amaranto per un fuorigioco quantomeno dubbio. Si va negli spogliatoi senza grandi sussulti. Il Tuttocuoio è una formazione quadrata, anche fisica, con davanti due attaccanti molto veloci schierati larghi ed una punta centrale che però non ci impensierisce mai.

Parte il secondo tempo ed il Livorno spinge. Cresce il tifo ed un buon numero di tifosi si spostano alla rete per far arrivare meglio la voce fino al campo. È il 7′ quando Frati, approfittando di una respinta corta del portiere avversario, sigla l’1-0 che darà la vittoria al Livorno.

Il resto della partita ci racconta di una squadra, quella labronica, che finalmente sa come amministrare le gare. Nessun rischio, falli giusti nei momenti caldi, nessun cartellino sciocco, nessun segno di nervosismo.

Alla fine è una festa e vedere i nostri correre verso il settore ancora e ancora e ancora, rimandando la doccia a data da destinarsi è una cosa che ripaga di tanti anni di amarezze indipendentemente dalla categoria.

Il Livorno è diventato tosto, un 11 di ghignarole come piace a noi con una menzione particolare per due livornesi DOC: Frati ed Apolloni. Il primo mette il timbro sulla partita, il secondo è un martello: rincorre tutti, dribbla, imposta, sputa sangue e termina le partite senza più fiato nei polmoni. Teniamocelo stretto.

Si torna a casa consapevoli che la strada è ancora lunga, ma anche che chi va in campo ha capito cosa significhi giocare a Livorno.

Forza ragazzi.

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Cammina Livorno, cammina https://www.ale-livorno.com/2021/11/07/cammina-livorno-cammina/ Sun, 07 Nov 2021 22:12:19 +0000 https://www.ale-livorno.com/?p=512 Camina, guerrero, camina.Por el sendero del dolor.Y la alegría. Caparezza Sono alcune parole di una canzone di Caparezza che mi sono venute in mente ieri sera dopo una manciata di minuti dall’inizio di Livorno – Certaldo, quando il “nove” avversario, di viola vestito, ha trasformato il rigore dello 0-1. Cammina guerriero, cammina per il sentiero […]

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Camina, guerrero, camina.
Por el sendero del dolor.
Y la alegría.

Caparezza

Sono alcune parole di una canzone di Caparezza che mi sono venute in mente ieri sera dopo una manciata di minuti dall’inizio di Livorno – Certaldo, quando il “nove” avversario, di viola vestito, ha trasformato il rigore dello 0-1. Cammina guerriero, cammina per il sentiero del dolore e dell’allegria.

Ripensandoci, è un verso che si abbina molto bene anche più in generale a quella che è la nostra storia, quella di tutti i tifosi del Livorno e della maglia per cui tifiamo.

Al termine di una settimana allucinante, nel bel mezzo della quale un arbitro inesperto e un giudice anonimo hanno deciso di prendersi un quarto d’ora di notorietà, facendo incappare in una pena fuori dal mondo sia il nostro capitano che il nostro Simbolo, ci aspetta una partita all’apparenza semplice, contro gli ultimi in classifica.

Allo stadio fa un freddo cane, un vento teso da nord est sferza la faccia, ma i 3000 che non mollano mai sono ai loro posti e scaldano l’atmosfera.

Sono giorni che tengono banco la questione tattica e le scelte dell’allenatore ed il sentire generale anche del Forum è che il Livorno debba schierare Bellazzini dietro due punte, per infoltire il centrocampo con un uomo in più, possibilmente Apolloni.

La forzata assenza del Toro contribusice al fatto che i nostri pensieri si trasformino in realtà e la formazione schierata da Buglio è esattamente quella che ognuno di noi avrebbe sottoscritto.

In realtà c’è addirittura una graditissima sorpresa: in porta, a difendere la nostra rete, torna il “Guanto amaranto” Luca Mazzoni, due anni e mezzo dopo l’ultima presenza con la nostra maglia.

Questa è l’ennesima storia che possiamo raccontare solo noi livornesi, perché soltanto nella striscia di terra che va da Antignano a Stagno, capitano vicende del genere: uomini che arrivano e s’innamorano dei nostri colori (Protti, Vitulano, Diamanti), figli di questa città che darebbero il sangue per la nostra maglia (Lucarelli, Picchi, Bonaldi).

Sono storie d’amore che restano indelebili nei ricordi di tutti e alimentano una passione che non appassisce neanche nei bassifondi del calcio dilettantistico.

Comunque inizia la partita ed è il Certaldo che sembra la capolista, presentandosi un paio di volte pericolosamente davanti a Mazzoni e poi procurandosi un rigore a causa di un non evidentissimo fallo di mano di un nostro difensore. L’attaccante avversario come già detto segna ed in tribuna i tesserati del Certaldo esultano come se la partita fosse finita e avessero vinto la Coppa del Mondo.

Purtroppo per loro mancano ancora 81 minuti più recupero.

Nel momento in cui il pallone gonfia la rete sbagliata, iniziamo a percorrere il solito sentiero del dolore. Il vento si fa più freddo ed il Livorno non carbura. Soliti lanci lunghi, poche idee, passaggi semplici sbagliati banalmente, poca pressione sugli avversari.

Si percepisce il peso della responsabilità dei nostri nell’avere la palla tra i piedi, una sorta di soggezione nel metterci quel qualcosa in più che serve se indossi la maglia amaranto in un campionato come questo.

Manca l’iniziativa, i laterali bassi sono timidi, Torromino senza Vantaggiato sembra Robin senza Batman, Bellazzini si trova imbottigliato nel traffico viola e Ferretti è un cannone con la miccia spenta.

Risultato: si chiude il primo tempo senza che il Livorno abbia mai tirato in porta. Serve un ponce per scaldarsi le viscere e serve una scossa che possa invertire la rotta in campo.

Inizia la ripresa ma il cammino verso l’allegria sembra impossibile.

I primi 10 minuti sono la fotocopia del primo tempo. I ragazzi ci mettono grinta e sudore ma questo ancora non basta. La curva decide che è venuto il momento di diventare un fattore e inizia a cantare un coro sempre più potente, che dura almeno 15 minuti.

Buglio effettua un doppio cambio, dentro Pecchia e Durante.

Cammina guerriero. Cammina.

E il Livorno riparte.

Pecchia ha l’argento vivo addosso, Durante è tarantolato. Bellazzini diventa un faro nella notte, ma colui che sblocca l’ingranaggio è Franzoni, una delle tanto chiacchierate “quote”. Spostato a sinistra ingrana la quinta e fa la prima sovrapposizione vera del campionato. Torromino lo serve di tacco e gli permette di presentarsi in area e farsi abbattere.

Rigore sacrosanto, che Bellazzini trasforma spiazzando il portiere.

Il guerriero ha estratto la sciabola ed ora quelli del Certaldo non esultano più e si rinchiudono nei pastrani, perché la serata promette pioggia e gelo.

Viene inserito anche Gelsi, che nei pensieri di noi non più bimbi da puppa ricorda molto babbo: entra in campo deciso e determinato, è fulmicotone allo stato puro.

Il Livorno spinge e dagli spalti il popolo amaranto alimenta il fuoco, soffiando forte alle spalle dei nostri ragazzi. Minuto dopo minuto il baricentro si alza ed è Ferretti di sinistro, che dopo un rimpallo in area di rigore, sigla il 2-1.
Il dolore è finito, il cammino ci ha portati all’allegria.

È festa in Curva Nord. Volano i bicchieri di birra, si corre giù per i gradoni esultando, ci si abbraccia e si pensa a Vezio in tribuna, che starà urlando al portiere “Facci la presaaaa!”.

Restano una quindicina di minuti da giocare, nei quali potremmo segnare almeno altre 2 o 3 volte. Invece si soffre, si fischia, si urla, si sfiora la sincope sui traversoni nel mucchio di quelli del Certaldo, che ora sfrecciano ovunque e le provano tutte per rovinarci la serata.

Quattro minuti di recupero dove il cuore si ferma una ventina di volte e poi la partita finisce, portando a casa la quinta vittoria su sei partite disputate.

Non praticheremo il calcio champagne di Maifredi, ma noi vinciamo quasi sempre, mentre la sua Juve faceva ridere le telline.

La squadra viene sotto la curva a ricevere l’abbraccio, ma purtroppo manca uno dei protagonisti all’appello: Bellazzini si è infatti infortunato, sembra abbia avuto un problema alla caviglia.

Buglio aveva già pronto il cambio, ma è arrivata prima la sfortuna, che da queste parti è sempre di passaggio. Proprio Bellazzini che senza Vantaggiato era diventata la pedina più importante per l’allenatore.

È di nuovo il dolore che bussa alla nostra porta e non ci abbandonerà mai.

E allora cammina, guerriero.

Cammina, Livorno, verso l’allegria.

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Amaranto: che non appassisce https://www.ale-livorno.com/2021/09/28/amaranto-che-non-appassisce/ Tue, 28 Sep 2021 19:45:26 +0000 https://www.ale-livorno.com/?p=376 Domenica 26 settembre 2021: il giorno ufficiale della rinascita della nostra gloriosa Unione Sportiva Livorno, il momento in cui siamo ripartiti lasciandoci finalmente alle spalle annate disastrose che sembravano susseguirsi in un loop infinito. Poco importa aver abbandonato il professionismo per dover ripartire dall’Eccellenza, la cosa fondamentale è essersi riappropriati dell’Amaranto, sentirlo di nuovo come […]

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Domenica 26 settembre 2021: il giorno ufficiale della rinascita della nostra gloriosa Unione Sportiva Livorno, il momento in cui siamo ripartiti lasciandoci finalmente alle spalle annate disastrose che sembravano susseguirsi in un loop infinito.

Poco importa aver abbandonato il professionismo per dover ripartire dall’Eccellenza, la cosa fondamentale è essersi riappropriati dell’Amaranto, sentirlo di nuovo come un brivido sulla pelle.

Così si torna a fare festa per un turno di Coppa Italia regionale, giocando una stracittadina con l’altra compagine labronica, che prende il nome da uno dei più grandi campioni livornesi, Armando Picchi.

Ma facciamo un passo indietro: giovedì 23 settembre, alla presentazione della squadra, Livorno ha risposto presente a modo suo, con quell’entusiasmo travolgente che fu anche il tratto distintivo di un’altra ripartenza dai bassi fondi del calcio esattamente 30 anni fa. Possiamo anche cadere, ma quando c’è da rialzarsi non ci tiene testa nessuno. NESSUNO!

Il nuovo progetto è stato presentato davanti a un pubblico incredibile, che è andato totalmente in estasi quando dal tunnel è uscito colui che forse più di ogni altro incarna lo spirito del Livorno e di Livorno tutta: Igor Protti.

La tradizione e la novità, il blasone (anche se ci teniamo a precisare che non è minimamente paragonabile a quello dei nostri cugini) della nobile decaduta da far risplendere alla nostra plebea maniera.

Torniamo alla partita, che inizia, sia in campo che sugli spalti, con una trance agonistica tale che non ci si accorge neanche del gol subito a freddo dopo pochi minuti.

Non ci scomponiamo, dobbiamo vincere, sappiamo che vinceremo e infatti in men che non si dica il risultato viene ribaltato.

Il primo momento veramente magico però arriva con il gol del 3-1, siglato dal nostro numero 9, con la prima corsa sfrenata della nuova era, per festeggiare sotto la Nord. Poi tanta sofferenza, specialmente dopo il 3-2, che si dissolve solo al triplice fischio, dove avviene la seconda magia, con la simbiosi fra i giocatori in campo e i tifosi della Nord.

Finalmente è tornato il connubio squadra-pubblico. Lontani dai palcoscenici dove attori senz’anima pagati profumatamente, recitano la parte dei grandi ma viziati campioni, da noi è riniziato a germogliare il calcio, quello vero, quello popolare, quello livornese.

Un pensiero per i nostri due bomber: per Ferretti che ha corso come un pazzo sotto la Curva come se avesse segnato un gol in Champions League e non nella Coppa Italia di Eccellenza Toscana; per Frati, livornese di scoglio, che resterà nella storia della società, avendo segnato il primo gol in una partita ufficiale della nuova US Livorno.

Grazie bimbi, grazie davvero.

Finalmente siamo tornati nel calcio vero, l’unico che conta, quello fatto di persone, di passione, di sacrificio, di sudore, di tifo incondizionato, di amore per la maglia e per la città, al di là di ogni categoria.

Siamo solo noi a contare, nessun divo di cartone da incensare, un fenomeno sociale e popolare che va in trasferta in motorino alla faccia di chi ha trasformato il calcio in una produzione televisiva.

Faremo nuovamente vedere a tutti chi siamo e soprattutto faremo capire loro chi non sono e non saranno mai.

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