San Daniele da Brindisi

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27/02/2022, Santa Croce sull’Arno. Per la terza volta in questa stagione, il Livorno torna a giocare al Masini di Santa Croce. E per la terza volta non riesce a cogliere più di un punto, stavolta con il tutt’altro che irresistibile Cenaia.

Lo spettacolo a cui hanno assistito i circa 500 livornesi è stato desolante, ma nonostante questo i tifosi amaranto hanno sostenuto come sempre la squadra per 90 minuti, non facendo mai mancare il loro supporto.

Da segnalare inoltre il ricordo per il grande Vitulano, a pochi giorni dall’anniversario della sua scomparsa. Ciao Miguel, Livorno non ti dimenticherà mai.

Tornando alla partita, il Livorno non è mai riuscito a costruire un’azione degna di nota (e non è la prima volta), giocando solamente di rimessa e con le giocate estemporanee dei singoli (e non è la prima volta).

Dall’altro lato, il Cenaia ha dimostrato di aver smaltito subito la delusione per la sconfitta ai rigori in Coppa, sviluppando discrete trame di gioco palla a terra e mettendo in difficoltà l’11 labronico con alcune pericolose ripartenze.

E se poco prima della mezz’ora Mazzoni è stato graziato da un errore incredibile sotto porta del numero 10 avversario, nulla ha potuto al 34esimo quando, da un nostro erroraccio in fase di uscita, è scaturito il gol di Puccini.

Nel secondo tempo la musica è sembrata cambiare, quando Vantaggiato ha fatto tremare l’incrocio dei pali con un bel tiro da fuori, ma il copione è tornato immediatamente lo stesso del primo tempo, con i padroni di casa pericolosissimi in due occasioni, sventate entrambe da Luca con due interventi fondamentali.

La girandola di cambi attuata da mister Buglio ha dato i suoi frutti dopo che è stato gettato nella mischia Torromino, per distacco il migliore dei nostri, anche se va detto che la squadra ha continuato a giocare con lanci lunghi e poca lucidità anche dopo l’ingresso di Hulk.

Il portiere dei padroni di casa non è mai stato chiamato in causa seriamente e nonostante la pressione della squadra amaranto, non c’è mai stata l’impressione di poter pareggiare da un momento all’altro. Anzi, Il tempo scorreva inesorabile e sembrava ormai scontata la seconda sconfitta stagionale, con tutte le polemiche che ne sarebbero scaturite.

Per fortuna però tra le nostre fila milita San Daniele da Brindisi, che poco prima che partano i titoli di coda del match, si guadagna una punizione e poi la trasforma in maniera magistrale facendo esplodere il settore livornese.

I giocatori del Cenaia si disperano e sinceramente avrebbero meritato la vittoria, ma memori di come andò in Coppa Italia, perdonateci se non siamo affatto dispaciuti per loro.

Per concludere: fare gli allenatori dalla tribuna o dal divano è sin troppo facile, tuttavia tutti i tifosi si sono fatti le stesse domande dopo la prestazione di oggi: ha senso insistere su un modulo come il 4-2-3-1 che implica l’adattamento di alcuni giocatori fuori ruolo? Com’è possibile continuare a non vedere mai un’azione che sembra ragionata e provata in allenamento? Come si fa ad escludere dalla formazione iniziale il Torromino visto oggi? Perchè gli altri sembrano sempre correre più di noi? E soprattutto: perchè gli altri hanno un gioco spesso molto più organico del nostro?

Possiamo solo sperare che la società e i dirigenti, Sua Maestà Igor in primis, abbiano l’occhio più lungo del nostro, anzi sarà sicuramente così. Questo però ci tranquillizza fino a un certo punto, perché della squadra schiacciasassi che credevamo di avere, onestamente non c’è traccia fino ad oggi. E agli eventuali playoff a tre squadre sarà vietato sbagliare.

Comunque sia guardiamo anche il bicchiere mezzo pieno: torniamo da Santa Croce (speriamo per l’ultima volta) con un punticino d’oro, insperato, che ci fa addirittura allungare in classifica sulla Cuoiopelli, oggi sconfitta a Certaldo.

Ma soprattutto abbiamo ancora negli occhi la bellissima immagine dei giocatori compatti, abbracciati e a testa alta sotto il settore dei tifosi a fine partita, perchè al di là delle difficoltà del campo, il legame squadra-tifoseria non si scalfisce. E ringraziamo ancora una volta San Daniele da Brindisi.

Avanti Vecchia Unione!