Una squadra in missione

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Il Livorno vince la quinta partita di fila, la quarta nelle ultime cinque senza subire goal. Lo fa con lo spirito operaio sbocciato in quel di Piombino e fatto crescere nelle gare successive.

Porta a casa i tre punti trasformando un rigore nei primi minuti del primo tempo e poi tirando su il muro con Ghinassi e Giampà, due calciatori che fino ad un mese fa sembravano spaesati, mentre ora sono piloni insormontabili.

Fa sua l’ennesima gara senza i tre tenori, ormai fuori da tempo immemore, giocando con Nunzi e Pecchia sulla linea dei trequartisti. Se qualcuno ce lo avesse detto a settembre, gli avremmo dato del bria’o.

Vince nonostante un avversario in piena forma, 11 assatanati che hanno corso per 96 minuti come disperati, raddoppiando e talvolta triplicando sui nostri portatori di palla. Un Castelfiorentino che se l’è giocata a viso aperto tenendo la linea difensiva alta, rischiando però di conseguenza di subire il raddoppio in più occasioni.

Gli amaranto l’hanno sfangata nonostante l’ennesimo pelato (il 10 di giallo vestito) venuto all’Ardenza a fare la partita della vita e nonostante un arbitro a dir poco confuso, che ha dimenticato i cartellini a casa (permettendo ai gigliati di picchiare chiunque), salvo poi sventolarne uno rosso sotto il naso di Gargiulo a 5 minuti dalla fine.

Il Livorno ha vinto nonostante la sfortuna: anche oggi quattro legni fra pali e traverse. Legni che hanno impedito ai nostri di chiudere il discorso in anticipo e hanno costretto tutti a soffrire fino al recupero.

Poi ci ha pensato Gelsi, servito da Ferretti, al termine di un contropiede micidiale sgorgato sulla destra e terminato sulla sinistra, a mettere la parola fine al discorso.

I nostri hanno vinto la partita delle mascherine obbligatorie ovunque e comunque e dei fumogeni vietati ad una settimana da Capodanno. Uno stadio che alcuni vorrebbero triste, grigio e vuoto ma che invece, nonostante decisioni cervellotiche e dichiarazioni infelici, resta un luogo di aggregazione sano, colorato e frequentato.

L’Unione ha strappato la vittoria perché ci crede, ora quella amaranto è una squadra in missione che ha un unico obiettivo stampato chiaro in testa: vincere. E basta.

Alla fine è festa, si balla e si festeggia in mezzo al campo e poi si concede il bis sotto la curva insieme ai tifosi. Lo spirito è quello giusto, il legame con la gente si rinsalda.

Adesso bisognerà mantenere la concentrazione durante la sosta e studiare un modo per far rientrare i nostri fenomeni, senza stravolgere gli ingranaggi di un 11 che ora funziona come un orologio.

Auguri a tutti e un in bocca al lupo speciale a Buglio, che dovrà trovare la chiave giusta per mantenere le marce alte alla ripresa del campionato.

Forza Livorno.