Il glorioso stadio Armando Picchi

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Il calcio a Livorno sta rinascendo, finalmente possiamo dirlo.

Dopo anni di inedia si respira aria buona a pieni polmoni, l’entusiasmo cresce di pari passo alla ristrutturazione della società e si sta ricreando quell’ambiente compatto che nella nostra storia calcistica è sempre stato il vero motore delle imprese amaranto.

C’è una forte sinergia fra istituzioni cittadine, società, squadra e tifosi. È tornata la fame di pallone, siamo finalmente rappresentati dalle persone giuste sia in campo che dietro la scrivania e la risposta della città non si è fatta attendere.

Il neo in questa rinascita amaranto è soltanto uno ed è una ferita che sanguina ogni qualvolta andiamo a vedere il Livorno: lo Stadio Armando Picchi. Siamo consapevoli che è in corso una ristrutturazione e che quindi il problema è ben noto e si sta comunque cercando di affrontarlo.

Proprio domenica scorsa è stata intitolata la tribuna al grandissimo Mauro Lessi, con tanto di targa commemorativa sulla facciata dell’ingresso tirata a lucido.

La Curva Sud inoltre, è oggetto di una profonda riqualificazione con buoni risultati raggiunti (magari si potrebbe obiettare sui colori scelti, o meglio imposti, dalla Soprintendenza di Pisa, che quando agli inizi degli anni Novanta fu ritinteggiato tutto lo stadio in altro modo, probabilmente non c’era o se c’era dormiva), anche se non si vede comunque la fine, seppur sia già da qualche anno che i lavori proseguono. Però stiamo parlando di due settori su quattro, di cui uno oltretutto funzionale più alle tifoserie ospiti che non ai livornesi.

E se la Curva Nord tiene botta solo grazie ai lavori autofinanziati nel 2013 dagli ultras, che ridipinsero tutto il perimetro esterno del settore, non ci sono più parole per descrivere la Gradinata.

Solo in Italia è possibile che si rompano i coglioni sui colori della tinta da utilizzare su dei muri e si chiudano gli occhi sulla fatiscenza di una porzione della stessa struttura in oggetto, senza considerare che quando ci fu da abbattere la Torretta, simbolo tutto livornese della Gradinata, nessuno ebbe da dire niente in contrario.

Il nostro dunque vuol essere un appello, l’ennesimo, per fare qualcosa il prima possibile, sottolineando che da parte nostra non c’è nessuna critica, neanche velata, all’operato del Sindaco (anche perchè l’alternativa sarebbe questa o questa…) o della società amaranto, ma che anzi, vista la loro sensibilità all’ascolto dei tifosi livornesi, sono visti come coloro i quali possono dare una sterzata alla risoluzione dell’annosa questione, dopo dieci, cento, mille promesse mai minimamente mantenute da chi li ha preceduti negli ultimi anni.

A proposito dei predecessori: pensiamo che una cosa graditissima al popolo amaranto sarebbe quella di togliere tutto quel giallo dall’interno dello stadio. Capiamo benissimo che quei seggiolini maledetti abbiano avuto un costo, ma una soluzione dovremmo trovarla comunque, perché per fortuna il Livorno è tornato ai livornesi, che vogliono vivere di Amaranto e non delle superstizioni di una persona con la quale non abbiamo più fortunatamente nulla a che fare.

E già che siamo a sognare: la scritta con il nome della squadra andrebbe in Gradinata, come del resto succede ovunque nel mondo. Ci facciamo un pensierino?

Chiudiamo dicendo che sono passati i tempi in cui il livornese reclamava lo stadio nuovo, anche perchè in questo calcio sempre più malato, a noi piace sempre la partecipazione vecchio stile: se non si potesse più bere, fumare, saltare, stare in piedi non sarebbe più la stessa cosa.

Oltretutto, chi per forza di cose ha dovuto cedere alla novità, ci mette in guardia sul cambiamento, che finirà inesorabilmente col portare alla scomparsa del tifo organizzato.

Gli stadi nuovi, bellini, che pare di andare a teatro, li lasciamo volentieri agli altri. L’unica cosa che chiediamo, è che non ci caschi lo stadio addosso, tutto qui.

Sempre forza Livorno.

A questo link alcune foto della situazione odierna dello Stadio Armando Picchi.